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Cos’è la Purple Drank, la droga di cui si parla per la morte dei due ragazzi a Terni – L’intervista

10 Luglio 2020 - 18:03 Valerio Berra
Riccardo Gatti è un medico psichiatra e da anni si occupa di sostanze. Ha anche aperto un sito per parlare di questo tema: droga.net

«Sciroppo cade basso come l’Md, io non cado in basso sono ancora in piedi». Nel gennaio 2018 Sfera Ebbasta ha pubblicato Rockstar, album da 5 dischi di platino. Nella traccia Sciroppo, cantanta insieme a DrefGold, Sfera parla della Purple Drank, la droga che ora si incrocia con la morte dei due ragazzi di Terni. La Purple Drank è un cocktail a base di codeina e bibite zuccherate. Trovare la codeina, un oppiaceo esattamente come la morfina, non è difficile: è contenuta negli sciroppi per la tosse che si possono acquistare in farmacia. Per fare effetto questi sciroppi devono essere presi in dosi molto più alte di quelle consigliate. Sfera Ebbasta non è l’unico ad aver parlato di Purple Drank. Questo cocktail compare infatti anche in molte altre canzoni trap, un genere nato dal rap in cui spesso i testi si basano sulla descrizioni degli effetti di questo tipo di sostanze. In queste canzoni si legge un modo diverso di usare certe droghe, soprattutto quelle farmaceutiche. Un fenomeno di cui abbiamo parlato con Riccardo Gatti, medico psichiatra e direttore del Dipartimento interaziendale dipendenze della Asst S. Paolo e Carlo di Milano.

La Purple Drank è una droga che si sta davvero diffondendo esiste solo nei testi trap?

«Questo tipo di cocktail ha cominciato a diffondersi tempo fa, negli anni ’60 negli Stati Uniti e poi ha avuto una serie di trasformazioni. Io non credo che si stia realmente diffondendo. Ogni tanto appare, crea dei cluster di consumo o accostamento di persone ma come nasce si spegne. Io questa storia la sento da quando ero ragazzo. Adesso si colloca in un scenario diverso, dove la questione dell’utilizzo di sostanze psicotrope è più endemico, più trasversale».

Perchè gli sciroppi vengono mischiati con bibite zuccherate?

«In origine lo sciroppo era zuccherato, le bibite anche e quindi il mix della sostanza dava un sapore particolare e persistente. Ora, come abbiamo visto, si mischiano anche altre sostanze come il metadone».

Quali sono i suoi effetti?

«Nel caso di Terni ha avuto un effetto disastroso. Normalmente ha un effetto blandamente euforico e sedativo».

Che tipo di dipendenza possono provocare?

«Codeina e metadone sono oppiacei. Se assunti con continuità in una maniera abbastanza rapida danno una dipendenza da oppiacei. Nel momento in cui hai acquisito una dipendenza uscirne è complicato. In questo tipo di cocktail non c’è un uso continuativo: non si parla di tossicodipendenti da Purple Drank. Anche se la questione dei mix tra le sostanze sta venendo avanti nel mercato delle droghe».

In che senso?

«Già allo spaccio ti viene proposta una sostanza che non è solo cocaina o eroina ma è già una sostanza complessa. Non solo, a volte questi mix vengono creati dalle persone che le assumono. È una situazione sempre più complessa e pericolosa».

C’è un aumento dell’uso dei farmaci come sostanze stupefacenti?

«Credo che stia aumentando. Una nota recente dell’Aifa spiega che ci sono farmaci a base di oppiacei che vengono prescritti per cose banali, come il mal di denti, e ci sono persone che avrebbero bisogno di farmaci per la terapia del dolore che faticano a trovare i farmaci di cui hanno bisogno. Di fatto abbiamo delle segnalazioni ufficiali.

Poi c’è un mondo di altri farmaci, come le benzodiazepine, che vengono usate a sproposito per lunghi periodi, con il risultato che le persone non hanno un vantaggio ma uno svantaggio».

È così facile reperirle? Un minore può andare in farmacia e comprare uno sciroppo per la tosse che contiene codeina?

«No. Non è semplice, normalmente almeno una prescrizione medica ci vuole. Senza contare che in Italia la codeina non è negli sciroppi per la toss. Ci sono persone che possono fare ricette false oppure ci si può procurare farmaci di vario genere anche senza ricetta. Magari questo non lo fa il ragazzino ma una persona più adulta che ne procurara un po’ anche per altri e comincia una piccola attività legale».

Ora le chiederei di commetare questa frase del procuratore di Terni Alberto Liguori: «La verità è che i ragazzi non hanno colpa, siamo noi ad aver preparato per loro una società fatta in questo modo»

«È assolutamente così. Questo mercato è uno dei più importanti del mondo e non si è fermato neanche davanti al virus che abbiamo cercato di combattere. Questo mercato cerca continuamente di proporsi. E tutto questo esiste perchè siste una forte domanda di persone che non riescono a fare cose normali senza alterarsi: cose che di per sé non avrebbero bisogno di nulla come divertirsi con gli amici, lavorare o fare sesso.

Questo tipo di mondo non è stato costruito dai ragazzi ma da quelli più grandi di loro. So che sembra un discorso astratto ma abbiamo creato una società che ha bisogno di additivi per vivere».

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