Le immagini del nubifragio che ha colpito Palermo. Per il sindaco Orlando è il più potente dal 1790

Due bambini sono stati portati in ospedale in ipotermia. Le operazioni di dragaggio dei vigili del fuoco sono andate avanti tutta la notte

Più di un metro di pioggia in meno di due ore. Altro che “bomba d’acqua”, il nubifragio che nelle ultime ore ha travolto la città di Palermo è qualcosa che non si vedeva dal 1790. Una pioggia ininterrotta che per adesso ha lasciato un bilancio di due presunti dispersi, dopo che si era diffusa la notizia che una coppia fosse annegata mentre erano in auto in un sottopasso. Al momento i danni sono difficili da calcolare ma le immagini lasciano intuire quale sia la portata del disastro provocato dall’acqua.


Due bambini invece, il più piccolo di 9 mesi, sono stati ricoverati in ospedale per ipotermia. Anche loro erano rimasti bloccati in auto. Il sindaco Leoluca Orlando ha spiegato che i centri meteo non avevano registrato alcun segnale di quello che sarebbe successo questa sera: «Se l’allerta fosse stata diramata, sarebbero state attivate le procedure ordinarie che, pur nella straordinarietà degli eventi di oggi, avrebbero potuto mitigare i rischi». Intanto il prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani, ha convocato l’Unità di crisi. Alcuni quartieri delal città infatti sono rimasti ancora senza luce e non si capisce ancora quando si potrà tornare a ripristinare la linea elettrica.


Il governatore Musumeci: «Dolore e rabbia per le vittime»

ANSA/US VIGILI DEL FUOCO | Vigili del fuoco sul luogo dove sono morte le due persone rimaste bloccate nel sottopasso

Nello Musumeci, governatore della regione Sicilia, ha detto di provare «dolore e rabbia» per le vittime. Musumeci ha spiegato anche che quello che è successo dovrebbe portare la regione a pensare a un piano per la prevenzione di questo tipo di eventi:

«Tragedie come queste – afferma il governatore – debbono farci riflettere sulla necessità di adottare nuove e urgenti strategie di prevenzione e di pianificazione del territorio, specie in quelli devastati da speculazioni selvagge. Ce lo impone il mutamento climatico e la responsabilità del ruolo di chi amministra»

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