Notte da crisi di nervi sulle commissioni tra grillini, renziani e Leu: alla Lega due presidenti, salta Grasso. Passa a fatica Marattin

Dopo liti e ostruzionismo, verso l’alba la maggioranza sblocca le nomine sulle presidenze delle Commissioni alla Camera. Ma è al Senato che saltano i nervi, con il nome di un big come Pietro Grasso che perde a favore di un leghista alla Giustizia

Finisce una notte di bagarre e tensioni in Parlamento per il rinnovo di 28 presidenze di Commissione di metà legislatura. Le ultime caselle si sono riempite solo in piena notte alla Camera, con la Lega arrivata a occupare i banchi della Commissione Giustizia, mentre al Senato sono saltati i nervi nella maggioranza, che si è vista sfilare due presidenze finite alla Lega, tra le quali quella della Commissione Giustizia che doveva andare a Pietro Grasso di Leu.


Camera

A Montecitorio si sono fatte le 2 di notte per arrivare alla nomina del grillino Mario Perantoni alla presidenza della Commissione Giustizia, dopo un ballottaggio con il renziano Catello Vitiello. Nelle due ore precedenti, la votazione è andata a rilento per l’ostruzionismo della Lega che ha imposto il voto nominale. I leghisti protestavano per i tentennamenti tra le fila della maggioranza, in fase attendista perché in contemporanea si decideva in Commissione Finanze l’elezione di Luigi Marattin di Italia Viva, nome fatto digerire a fatica dal fronte grillino, costretto a sostituire 10 membri su 15 pur di evitare strappi. Alla fine alla Camera tutte le presidenze da rinnovare sono andate ai nomi indicati dalla maggioranza.


Senato

Non così liscia invece è andata al Senato, dove qualche ora si sono registrati due scivoloni per la maggioranza. Il primo in Commissione Agricoltura, dove è stato eletto l’uscente leghista Gianpaolo Vallardi. E poi il caso che ha fatto saltare i nervi anche al ministro della Salute Roberto Speranza, che ha lasciato, esasperato, il Consiglio dei ministri mentre diventava chiaro che alla Commissione Giustizia non sarebbe stato eletto presidente il compagno di partito Pietro Grasso, dove ha avuto la meglio il leghista Andrea Ostellari. Intoppo per la maggioranza messo a segno con la complicità dell’ex grillino Mario Giarrusso, già espulso dal M5s, che secondo l’accusa della senatrice di Leu Loredana De Petris avrebbe votato per il leghista.

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