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Perché la Francia è di nuovo in emergenza Covid? I ricercatori: «I cittadini hanno abbassato l’attenzione, uno su due non mantiene le distanze di sicurezza»

Per Antonella Viola, immunologa dell'università di Padova, l'estate ha portato troppa spensieratezza. I gestori di locali e stabilimenti balneari francesi lamentano lo scarso uso di mascherine. I dati dell'Iserm di Parigi

«La dinamica di progressione dell’epidemia è esponenziale» e «gli indicatori ospedalieri sono in aumento». Così il ministero della Salute francese ha descritto la situazione della pandemia in Francia e l’aumento record registrato ieri con più di 7mila nuovi casi individuati.

Come in Italia il numero delle morti rimane stabile, mentre la grande fetta dei nuovi infetti è composta da giovani. Ma l’impennata della curva – la più alta registrata da marzo – ha portato il presidente francese Emmanuel Macron a non escludere – come invece fatto in precedenza – un nuovo lockdown. «La quarantena è la misura più severa per combattere un virus», ha affermato Macron, esortando le persone a essere «collettivamente molto più rigorose».

Le vacanze e le mascherine

Ma nonostante la pandemia tre quarti dei cittadini francesi non ha rinunciato alle vacanze quest’anno. Imprenditori e gestori di locali e stabilimenti balneari hanno lamentato la difficoltà di far rispettare l’uso di mascherine e il distanziamento sociale. L’uso di dispositivi di protezione è stato reso obbligatorio nei luoghi di lavoro solo il 18 agosto e l’obbligatorietà per strada è entrata in vigore solo ieri. 

Anche alla luce di questi fattori, secondo Antonella Viola, immunologa dell’Università di Padova, questa crescita non è una sorpresa: «Era abbastanza ovvio accadesse», dice a Open. «In Italia come in Europa siamo riusciti a tenere a bada il contagio grazie a delle misure molto severe», afferma Viola secondo la quale, in particolare nel nostro Paese, all’inizio dell’estate – nonostante le riaperture – si è beneficiato degli effetti positivi di un lockdown molto duro fino a fine primavera.

In Francia l’indice Rt è tornato a toccare l’1,5, soprattutto nelle zone costiere. «L’estate con un clima di festa porta più spensieratezza e le persone hanno smesso di preoccuparsi. L’abbiamo visto in varie occasioni. Ci si abbraccia e tutto questo clima di serenità ha portato anche un po’ di avventatezza e il prezzo si paga in termini di contagi più alti», afferma Viola.

«In Italia gli over 50 hanno mantenuto alta l’attenzione»

Secondo Vittoria Colizza la direttrice dell’istituto francese per la ricerca sanitaria e medica (Iserm) in effetti l’attenzione al distanziamento fisico in Francia è diminuita del 30% durante i mesi estivi. E una persona su due non mantiene più le distanze di sicurezza, elementi che stando ai dati potrebbero essere stati determinanti nella nuova crisi.

Un’attenzione che secondo Viola – almeno in Italia – è rimasta alta tra gli over 50: «Sono stati molto responsabili, anche visti rischi maggiori legati alla loro età. La prima ondata è stata un trauma per l’Italia».

«In autunno servono comportamenti responsabili»

Ora la sfida maggiore riguarda l’arrivo dell’autunno e l’apertura delle scuole. «Molto di quello che accadrà in Francia così come in Italia dipenderà dal comportamento individuale, da una parte, e dalla tempestività delle istituzioni di aumentare il numero dei test e ricostruire la catena dei contagi, dall’altra», dice Viola.

Visti i numeri attuali in Francia la situazione in autunno potrebbe essere ancora più esplosiva ma «nonostante le molte variabili, se la popolazione tornerà a evitare comportamenti dannosi e a rispettare le misure di prevenzione forse vedranno un appiattimento della curva. Ma dobbiamo stare attenti in Italia: se molliamo la presa i casi cresceranno anche da noi».

Foto copertina: EPA/IAN LANGSDON

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