Sabato 5 settembre 2020 l’utente Maurizio Gustinicchi (@gustinicchi) pubblica un tweet con le foto di una minorenne insinuando che sia stata vittima di violenza da parte di un adulto: «Pensate che traumi le hanno fatto subire, povera stella! Io gli taglierei il BATACCHIO e lo darei in pasto ai vermi». Il riferimento al «batacchio» fa pensare a un caso di pedofilia, uno dei cavalli di battaglia della propaganda QAnon, ma la storia della bambina nella foto è ben diversa.
La bambina si chiama Naama Abu al-Foul ed è protagonista del servizio di Channel 4 News del 2015 sui bambini vittime degli scontri a Gaza.
Ecco un’altra foto del 2014, scattata dal fotografo Mahmud Hams per AFP, pubblicata in un articolo di Mashable, con tanto di didascalia: «Two-year-old Palestinian girl Naama Abu al-Foul sleeps after undergoing treatment at Gaza City’s al-Shifa hospital following an Israeli bombing next to her family’s home on Wednesday».
Nonostante l’evidenza, l’utente Gustinicchi non demorde:
@mrzvirgili: «È una vittima dei bombardamenti a Gaza, non dei pedofili»
@gustinicchi: «Si si…. Le famose bombe a pugno»
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