Coronavirus, in Italia l’età mediana dei contagi sale a 41 anni. «Peggioramento lento e progressivo» – Il report dell’Iss

Sono 698 i nuovi focolai per un totale di 2.397 attivi. Il prof. Gianni Rezza: «aumento dell’età mediana a causa di trasmissione intrafamiliare»

L’età mediana dei contagi da Covid-19 sale a 41 anni con un ritmo di trasmissione che delinea un peggioramento definito «progressivo e graduale». Questi due dei dati principali diffusi dal monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di Sanità e dal Ministero della Salute e che prendono in esame il periodo che va dal 7 al 13 settembre 2020.


Un aumento registrato per la seconda settimana consecutiva con un tasso di incidenza negli ultimi 14 giorni di 29,63 per 100mila abitanti. Il testo del report è chiaro nell’evidenziare quanto i contagi non accennino ad arrestarsi evidenziando il dato più consolatorio «di un andamento più contenuto» rispetto a quello osservato in altri Paesi europei.


In merito all’età mediana che da 35 passa a 41 anni il monitoraggio registra una netta tendenza alla cosiddetta «trasmissione intrafamiliare». Il virus viene cioè passato dai più giovani alle persone più anziane. Questo iter di contagio riesce così a spiegare, come commenta anche il capo del dipartimento prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, «l’aumento lento ma graduale delle ospedalizzazioni».

I nuovi focolai non si fermano

I focolai, anche nella settimana presa in analisi, continuano ad essere registrati in modo diffuso su tutto il territorio nazionale e a verificarsi soprattutto a seguito di attività ricreative. 2.397 gli attivi registrati, di cui 698 nuovi. Una crescita per entrambe i dati che non accenna ad arrestarsi e che si verifica per la settima settimana consecutiva.

Assembramento e violazione delle regole di distanziamento fisico risultano dunque le principali cause di trasmissione, sia su territorio nazionale che estero. Uno degli aspetti più critici che, secondo quanto spiegato dal monitoraggio, sta portando alla conseguenza di un sempre maggiore impegno dei servizi sanitari territoriali, «sopratutto nell’attività di ricerca dei contatti».

5 Regione con Rt preoccupante

Nella settimana dal 7 al 13 settembre l’indice Rt ha superato il valore 1 in cinque Regioni: Liguria, Sicilia, Puglia, Friuli, Calabria più la Provincia autonoma di Trento. Il primato della Lombardia invece rimane costante riguardo il territorio regionale con più numeri di casi registrati, oltre i 103mila in totale. Subito a seguire il Piemonte con quasi 34mila.

Territorio nazionale peggior campo di trasmissione

La maggior parte dei casi, pari all’81,9%, continua ad essere contratta sul territorio nazionale. L’allarme vacanzieri dunque diminuisce con un calo dei contagi arrivati dall’estero di circa il 10,8%. In diminuzione sono anche i numeri dei casi importati da altra Regione o Provincia autonoma, circa il 5,5%.

Leggi anche: