Ferrovie dello Stato, il Mef indica Nicoletta Giadrossi presidente e Luigi Ferraris amministratore delegato. Giovedì le nomine di Cdp

Per il rinnovo dei vertici Rai serviranno invece ancora diversi giorni. I partiti dovranno nominare i componenti del Cda (uno in quota Lega, uno FdI o di Fi, uno Pd, uno M5s)

Il governo Draghi cambia i vertici di Ferrovie dello Stato. Il ministero dell’Economia e delle finanze, d’accordo con quello delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, ha indicato Nicoletta Giadrossi come presidente e Luigi Ferraris per il ruolo di amministratore delegato. La scelta definitiva sulle due nuove figure è maturata negli incontri avvenuti negli ultimi giorni fra il premier Mario Draghi e il ministro dell’Economia Daniele Franco e rappresenta senza dubbio un altro profondo tratto di discontinuità rispetto alla gestione precedente di Giuseppe Conte. Ferraris è un manager di provata esperienza nelle società partecipate, con un passato in Enel, Poste e Terna mentre Giadrossi arriva da Fincantieri.


L’esecutivo ha dunque salutato i vecchi vertici di Ferrovie con un «sentito ringraziamento al presidente, Gianluigi Vittorio Castelli, all’amministratore delegato, Gianfranco Battisti, e ai consiglieri uscenti per il prezioso lavoro svolto e gli importanti risultati ottenuti». In serata sono arrivati anche tutti gli altri nominativi per il nuovo consiglio di amministrazione del gruppo. Tra questi, Pietro Bracco, Stefano Cuzzilla, Alessandra Bucci, Silvia Candiani e Riccardo Barbieri Hermitte. Nelle prossime ore, probabilmente nella giornata di giovedì, sono invece attesi i nuovi nominativi per Cassa depositi e prestiti, con la probabile nomina di Dario Scannapieco come amministratore delegato, al fianco del presidente Giovanni Gorno Tempini, confermato dalle fondazioni di ex bancari.


Per il rinnovo dei vertici Rai serviranno invece ancora diversi giorni. L’assemblea si svolgerà in seconda convocazione il 14 giugno e servirà il parere dei partiti, non solo per la nomina dei componenti del cda (uno in quota Lega, uno FdI o di Fi, uno Pd, uno M5s), ma anche per il voto con cui la commissione di Vigilanza Rai dovrà dare, a maggioranza di due terzi, il via libera al nome del futuro presidente.

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