«Siete degli untori, fate del male al prossimo»: l’attacco social contro la pizzeria gestita da ragazzi autistici

Il locale ha aperto i battenti il 1° maggio nel Milanese. Su Facebook c’è chi non gradisce: «Non verrò mai da voi, non dovreste mettere le mani in cucina»

«Non verrò mai da voi anche perché gli autistici non dovrebbero mettere le mani in cucina nei piatti in preparazione, come i poliomielitici». Questo il commento pubblicato da una donna, su Facebook, e indirizzato alla prima pizzeria italiana gestita da persone autistiche. Locale che, come documentato da Open, ha aperto i battenti il 1° maggio a Cassina de’ Pecchi, nel Milanese. «Untore, stai solo facendo del male al prossimo», continua il post come denunciato sui social dal titolare della pizzeria. «Chiederei a chi è titolato – studiosi, esperti di autismo e di medicina, educatori, genitori di ragazzi Aut o semplicemente chi ha mangiato da PizzAut – di spiegare a tutti noi se i ragazzi autistici producono, imparando ad essere autonomi e quindi cucinando, dei pericolosi virus o altri agenti patogeni pericolosi per l’altrui salute».


«L’autismo non si contagia, non è un virus. I ragazzi sono tristi per quello che è successo, qualcuno non vuole nemmeno perdonare la signora. Io, invece, sono pronto ad ospitarla per una cena, anche se posti praticamente non ne abbiamo più. Per tutti i weekend fino a metà luglio siamo sold out», queste le parole di Nico Acampora, proprietario della pizzeria, al telefono con Open.


Foto in copertina di OPEN

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