Omicidio di Chiara Gualzetti, il ragazzo indagato resta in carcere. Confermata l’aggravante della premeditazione

Il 16enne, che ha confessato il delitto, si trova attualmente nel carcere di Pratello di Bologna

Resta in carcere il giovane indagato per l’omicidio di Chiara Gualzetti, la 16enne uccisa a Monteveglio, nel Bolognese. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale per i minorenni di Bologna ha convalidato il fermo del ragazzo, coetaneo della vittima, accogliendo le richieste della Procura. Il giudice ha anche confermato l’aggravante della premeditazione. Il ragazzo si trova attualmente nel carcere di Pratello di Bologna e ha confessato di avere ucciso Chiara Gualzetti, il cui corpo senza vita è stato ritrovato lunedì 28 giugno nel parco dell’abbazia di Monteveglio. Il 16enne ha detto di avere agito spinto da una voce interiore che gli ha detto di uccidere.


La confessione del ragazzo indagato per l’omicidio di Chiara Gualzetti

«Una presenza demoniaca che lo spingeva a compiere atti sempre più violenti verso le persone», ha detto il capitano dei carabinieri di Borgo Panigale, Riccardo Angeletti. Una versione che il giovane ha confermato davanti al giudice. «Non ritengo che sia superflua una perizia psichiatrica», ha commentato l’avvocato Giovanni Annunziata, che assiste la famiglia di Chiara Gualzetti. «Perché se questa può essere un’alternativa difensiva è meglio affrontare subito il tema e sbrogliare il campo da dubbi. Non credo che sia controproducente anzi può darsi che con una perizia psichiatrica si evitino vie di fuga difensive che possono spostare l’asse dell’attenzione investigativa su aspetti che ritengo siano assolutamente irrilevanti. La rilevanza di questa vicenda è legata alla ferocia e all’efferatezza».


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