C’è anche Macron tra gli spiati con Pegasus: con lui l’ex premier Philippe e 14 ministri

Tra i nomi illustri della lista delle persone sotto sorveglianza ci sono anche il presidente dell’Iraq Barham Salih e quello del Sud Africa Cyril Ramaphosa

Tre presidenti, tre capi di governo in carica, sette ex premier e un re. È questa l’ultima lista di contatti spiati con Pegasus, il software prodotto dell’azienda israeliana Nso e venduto a governi e servizi segreti di diversi Paesi. A rivelarlo il Washington Post, uno dei giornali che hanno firmato l’inchiesta su Pegasus. Il nome più illustre in questa nuova lista, per ora, è quello di Emmanuel Macron. Oltre al capo dell’Eliseo, ci sarebbero anche 14 ministri francesi secondo Le Monde: tra loro nel 2019 anche l’ex premier Edouard Philippe. Oltre a lui ci sarebbero anche il presidente dell’Iraq Barham Salih, il presidente del Sud Africa Cyril Ramaphosa, il primo ministro del Pakistan Imran Khan, quello dell’Egitto Mostafa Madbouly e quello del Marocco Saad-Eddine El Othmani. Tra i contatti spiati anche quello del Re del Marocco Mohammed VI. La notizia è stata commentata subito dall’Eliseo: «Se i fatti dovessero essere confermati, sarebbe ovviamente molto grave. Sarà fatta piena luce su queste rivelazioni di stampa». In tutto i numeri che sono stati identificati come potenziali obiettivi di questa campagna di spionaggio sono più di 50 mila. Le possibilità di azione di Pegasus sono molto vaste. Una volta che ha infettato uno smartphone questo software è in grado di leggere tutte le informazioni contenute, dalle mail alle fotografie, passando per contatti e messaggi. Non solo. Pegasus sarebbe in grado anche di attivare a distanza microfoni e seguire la posizione dei dispositivi.


Dal Consiglio Europeo all’Oms, tutte le persone coinvolte

Oltre ai capi di Stato, nell’elenco delle persone che potrebbero essere coinvolte nello scandalo ci sono anche Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, e Tedros Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms. Non manco persone coinvolte in dossier delicati come Robert Malley, ex capo negoziatore dell’accordo sul nucleare iraniano. Tra i governi che hanno avuto accesso al software ci sarebbero Ungheria, Marocco, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Didier Reynders, responsabile alla Giustizia dell’Unione Europea, ha detto che ha già cominciato a lavorare su tutta la vicenda: «Stiamo iniziando a raccogliere informazioni per capire quale sia il possibile utilizzo dell’applicazione».


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