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Voghera, i dubbi sulla telefonata di Adriatici dopo lo sparo. Quella vecchia spacconata: «Sempre col colpo in canna»

23 Luglio 2021 - 09:48 Redazione
Adriatici sarebbe andato a cercare la vittima dopo delle lamentele al bar. Sarà l'autopsia a chiarire la traiettoria della pistola. Oggi è atteso davanti al gip

L’ex assessore alla sicurezza del Comune di Voghera Massimo Adriatici può uccidere ancora. La procura di Pavia, che indaga sull’omicidio del cittadino di origini marocchine Youns El Boussettaoui avvenuto martedì sera in piazza a Voghera con una pistola calibro 22, ha chiesto la conferma degli arresti domiciliari per l’assessore alla Sicurezza Adriatici per il pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove. Oggi 23 luglio comparirà davanti al gip. Per l’accusa non ci sarebbero elementi che, allo stato, smentiscono la ricostruzione fornita in prima battuta ai carabinieri da Adriatici: «Sono caduto e il colpo è partito accidentalmente», ha raccontato il leghista. E il porto d’armi per difesa personale consente ai privati di tenere il colpo in canna, a differenza di ciò che è previsto per e Forze dell’ordine, viene spiegato. Ieri però è emerso un video, ora agli atti dell’inchiesta, tratto dalla telecamera di sorveglianza di un condominio, che filma Youns El Boussettaoui in piazza Meardi, davanti al bar Ligure, mentre si avvicina all’assessore che ha in mano un telefono, ma non si capisce il momento in cui estrae l’arma. Il 39enne marocchino lo colpisce con un pugno e l’assessore cade a terra, ma fuori dalla visuale della telecamera e non si vede quando parte il proiettile.

Adriatici aveva il colpo in canna? L’autopsia chiarirà la traiettoria del proiettile

La domanda, cruciale, che non ha ancora ricevuto risposta è: Adriatici aveva già il colpo in canna, che è partito nella colluttazione con il 39enne, oppure ha scarrellato e caricato il proiettile quando si trovava già a terra dopo la colluttazione? Al video in questione, si aggiungerebbe anche un antefatto: secondo la ricostruzione dei carabinieri, un quarto d’ora prima di sparare l’assessore leghista aveva raccolto dal titolare di un bar vicino le lamentele su comportamenti molesti del cittadino marocchino nei confronti dei clienti la sera precedente. E secondo questa ricostruzione, 24 ore dopo quelle ‘molestie’, Adriatici avrebbe cercato l’uomo tra i locali e i giardinetti di piazza Meardi. Sarà l’autopsia, eseguita mercoledì, a dover stabilire in quale momento è morto Youns El Boussettaoui, quindi come è partito il colpo dalla calibro 22 e quale traiettoria ha percorso.

La chiamata al commissariato, anziché al 112 come un comune cittadino

Il Corriere della Sera racconta un ulteriore aspetto: mentre la vittima agonizzava, l’assessore leghista ed ex poliziotto avrebbe fatto un’unica telefonata per chiamare i soccorsi, ma non al 112: Adriatici avrebbe chiamato direttamente il telefono fisso del commissariato, parlando della lite con un uomo, sminuendo quindi i fatti. Il Corriere racconta che questa scelta di Adriatici sarebbe derivata dalla convinzione di essere ancora un organico della polizia, per via del suo passato da sovrintendente ma non solo: la sindaca di Voghera Paola Garlaschelli aveva ricevuto diverse segnalazioni sui comportamenti dell’assessore, che oltre ad avere l’abitudine di circolare armato, aveva anche la pretesa di insegnare il mestiere a ufficiali e dirigenti. L’ex sovrintendente ha ammesso di avere, quasi da prassi, la pistola carica: «Io giro sempre con il colpo in canna», ha detto, come se fosse lui a dover vigilare sulla comunità di Voghera: «Verifico che tutto sia a posto e i cittadini stiano tranquilli».

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