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Omicidio di Laura Ziliani, anche l’esame del Dna conferma: è suo il cadavere ritrovato in Val Camonica

17 Agosto 2021 - 18:03 Redazione
laura ziliani
laura ziliani
Il corpo dell'ex vigilessa è stato ritrovato l'8 agosto. Indagate le figlie della donna e il compagno di quella maggiore. Il movente potrebbe essere economico

I familiari l’avevano riconosciuta da un dettaglio: una ciste sotto il piede destro, oltre a un paio di orecchini che indossava. Dopo l’autopsia, oggi 17 agosto la conferma è arrivata anche dall’esame del Dna: è di Laura Ziliani il corpo ritrovato tra la vegetazione a Temù, in Val Camonica domenica 8 agosto. L’esito della comparazione tra il Dna del cadavere è quello della figlia mezzana dell’ex vigilessa scomparsa l’otto marzo scorso, è stato depositato in Procura dai medici di medicina legale degli Spedali civili di Brescia.

Indagate le due figlie di Laura Ziliani e il compagno della maggiore

Laura Ziliani, 55 anni, aveva lasciato Temù per andare a vivere in città dopo la morte nel 2012 del marito travolto da una slavina, e l’8 marzo sembrava essere sparita nel nulla. La donna aveva lasciato la Val Camonica, ma ci tornava ogni fine settimana per dedicarsi alla grande passione della montagna. Da dopo il ritrovamento del cadavere in paese, che confina con Ponte di Legno e che ha poco meno di 1200 abitanti, si sono rincorse le voci più diverse. Alcune ipotizzavano persino un sacrificio a sfondo satanico visto che il cadavere è stato trovato senza capelli. L’autopsia – che non ha riscontrato segno di violenza sul corpo – ha però negato che alla donna siano stati rasati i capelli, chiarendo che si è trattato di una caduta post mortem.

Scartata anche l’ipotesi violenza sessuale così come la caduta in un burrone visto che la tac effettuata in fase di autopsia non ha evidenziato fratture. Nemmeno quella di un annegamento è percorribile perché il corpo non conteneva acqua nei polmoni. Al momento per il decesso di Ziliani sono indagate le due figlie e il compagno della maggiore accusati di concorso in omicidio volontario e occultamento di cadavere e gli inquirenti stanno ipotizzando che il movente possa essere economico: le figlie volevano aprire un bed and breakfast nella casa di famiglia in via Ballardini a Temù, ma pare che la madre osteggiasse il progetto. Intanto gli investigatori stanno cercando di capire se quella del ritrovamento è stata l’unica ‘tomba’ della vigilessa o se il corpo, ben conservato per le condizioni del luogo in cui è stato trovato, è stato portato lì in un secondo momento.

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