Greta Thunberg e Vanessa Nakate attaccano (ancora) i governi al vertice per il clima di Milano: «Non c’è un pianeta Bla bla bla» – I video

Al Pre Cop 26 di MIlano, il forum di giovani Youth4Climate, le due attiviste hanno accusato i rappresentanti delle istituzioni di non fare abbastanza. Presente il ministro della Transizione ecologica Cingolani

«Non c’è un pianeta B. Non c’è un pianeta Bla bla bla». Greta Thunberg e Vanessa Nakate, due delle più note attiviste mondali per il clima, hanno partecipato alla prima giornata di lavori dello Youth4Climate, un forum di giovani impegnati nella lotta al disastro ambientale. Quattrocento ragazzi e ragazze si sono incontrati al Mico di Milano per discutere di idee e progetti in vista della storica Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite prevista per novembre a Glasgow, in Scozia. «So che ci aiuterete a realizzare delle soluzioni visionarie», ha detto nel suo intervento di apertura il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani. Ma l’ottimismo inscenato sul palco dalle istituzioni non è piaciuto a Thunberg, che durante il suo discorso ha accusato i leader della Cop di aver fatto «anche stavolta cherry-picking di attivisti». «Ci avete invitati qui per parlare, ma state facendo finta di ascoltarci, come avete sempre fatto», ha detto Greta dal microfono, rivolgendosi anche anche al presidente della Cop26, Alok Sharma, collegato in quel momento da remoto. I giovani seduti in platea, che nella loro veste di manifestanti erano stati definiti da Cingolani dei radical chic, hanno applaudito l’invettiva e hanno gridato con lei di volere il cambiamento «adesso».


«Se siamo dei radical chic? Non saprei come rispondere a questa cosa», ha detto Rose Kobusinge, attivista ugandese arrivata dal Regno Unito per partecipare all’evento. «Mi dispiace che siano questi i leader che abbiamo. È chiaro che non hanno il coraggio che serve adesso». Kobusinge ha ricordato che ancora prima di trovare delle soluzioni c’è stato bisogno di «aumentare la consapevolezza collettiva sull’emergenza climatica» per spingere i governi ad agire – che è proprio quello a cui servono le proteste tanto criticate da Cingolani. «Non c’è bisogno di essere degli esperti di scienza su tutta la linea per capire che abbiamo un problema».


Open | Rose Kobusinge alla Pre Cop 26 di Milano, 28 settembre 2021

In pieno stile «I want you to panic», i temi sollevati da Thunberg e Nakate hanno scosso il clima burocratico e un po’ freddo degli interventi istituzionali d’apertura. Uno dei passaggi più applauditi del discorso dell’attivista ugandese è stato quello sul debito: «Ai Paesi poveri servono trasferimenti di denaro, non prestiti», ha detto Vanessa visibilmente commossa. Prima di tornare a sedere e di scoppiare a piangere, Nakate ha ricordato che in Africa ci sono milioni di persone che quotidianamente già sperimentano gli effetti devastanti del cambiamento climatico. «L’Africa è responsabile solo del 3% delle emissioni totali – ha detto – ma gli africani stanno patendo le conseguenze peggiori. Non ci si può adattare alla fame, alla perdita delle tradizioni, alla perdita della storia. Non ci si può adattare all’estinzione».

Ansa | Greta Thumberg e Vanessa Nakate, Milano 2021

A differenza della platea dei giovani attivisti, il ministro Cingolani non è apparso particolarmente colpito dalle parole di Nakate e Thunberg. Nel punto stampa appena successivo all’apertura dell’evento, Cingolani (che si è sottratto alle domande dei giornalisti) si è limitato a dire di avere uno stile diverso di comunicazione rispetto a quello delle giovani generazioni, ma che il messaggio che hanno mandato era lo stesso. «Al di là dei modi di esprimersi differenti, legati anche a fattori generazionali sono state dette le stesse cose: la crisi climatica è chiara a tutti». Per i prossimi 3 giorni, gli attivisti selezionati si confronteranno nei forum per mettere a punto dei piani. D’altronde, come ha detto Greta sul palco, quando si parla di cambiamento climatico «bisogna pensare ai posti di lavoro, a tanti posti di lavoro».

Immagini: ANSA / MATTEO BAZZI

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