Cop26 verso l’accordo finale: incontro decisivo tra Usa, Ue, Cina e India sull’abbandono del carbone

A breve l’assemblea per il via libera al documento conclusivo del summit. Fonti di Pechino parlano di una intesa a un passo

Chiusura posticipata per divergenze di intenti, ma con un giorno di ritardo è arrivata la terza e probabilmente ultima bozza che dovrebbe mettere finalmente d’accordo gli Stati partecipanti al vertice sul clima della Cop26 di Glasgow. Il documento diffuso stamani, 13 novembre, «dà il benvenuto al lancio di un programma di lavoro complessivo di 2 anni Glasgow – Sharm el-Sheikh (la sede della Cop27 dell’anno prossimo, ndr) sull’obiettivo globale dell’adattamento». I lavori cominceranno alla fine della Cop26. E sono sette i documenti ufficiali sui negoziati in corso pubblicati sul sito del vertice: finanza per il clima, il mercato del carbonio (articolo 6 dell’Accordo di Parigi) e le politiche di adattamento al cambiamento climatico, i temi principali.


Poco prima delle 19 si è conclusa la plenaria informale della Cop26. Fonti di Pechino citate da Reuters parlano di una intesa a un passo. Il presidente Alok Sharma ha detto che in serata si terrà la assemblea decisiva. Sharma ha invitato i delegati a non lasciare la sala. «Credo di aver visto un grande consenso su questo testo, che non è perfetto, ma è adeguato all’Accordo di Parigi. Ora è il momento di affrontare le nostre responsabilità di fronte al mondo». Secondo quanto riferito dall’agenzia Reuters, i rappresentanti di India, Cina, Stati Uniti e Unione europea stanno discutendo sul passaggio della bozza dedicato all’abbandono progressivo del carbone. Il gruppo dei paesi meno sviluppati (Ldc) voterà il documento finale. «Il testo non è equilibrato, ma comprendiamo che non si può accontentare tutti – ha detto la rappresentante del Bhutan -. Su perdite e danni ci spettavamo di più, Ma ora non è il tempo di rinchiuderci nelle nostre differenze, ora è il tempo dell’unità, di adottare questo testo che affronta la crisi climatica».


“Loss and damage facility”

Alla conferenza la Cina ha proposto la creazione del “Loss and damage facility“, attraverso cui finanziare gli interventi per contenere i danni causati dal climate change. Una «tassa morale» per chi sinora ha inquinato di più. Ma gli Usa, e «l’Ue che dovrebbe dare l’esempio», commenta Luca Bergamaschi del think tank Ecco, «si sono opposte», anche per paura di enormi risarcimenti.

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