L’inquinamento deteriora il cervello. Gli under 30 invecchiano 15 anni di più

Una ricerca congiunta Usa Australia rileva gli effetti negativi dell’inquinamento sulla memoria e sulle performance lavorative

Non solo i polmoni, l’inquinamento danneggia anche il cervello. Il dato è emerso da una ricerca condotta dalla School of Economics dell’Università del Queensland in Australia e dalla Carnegie Mellon University di Pittsbourgh negli Stati Uniti. Lo studio, pubblicato su National Bureau of Economic Research Working Paper, si basa sull’analisi dei dati di quasi cinque milioni di utenti. Questi, tra il 2015 e il 2017, hanno utilizzato l’app Luminosity, creata da Lumos Lab, per allenare il cervello attraverso dei giochi, mirati a stimolare sette diverse funzioni cognitive: memoria, abilità verbali, attenzione, flessibilità, abilità matematiche, velocità e risoluzione dei problemi. «L’analisi ha mostrato che l’esposizione a livelli moderatamente alti di polveri sottili causa un calo delle performance di quasi sei punti su una scala da 0 a 100, dove 100 rappresenta il punteggio più alto» – ha dichiarato Andrea La Nauze, dell’Università del Queensland. Il problema principale è per i soggetti con età inferiore a 30 anni, che se esposti a questi livelli di inquinamento, subiscono una diminuzione delle funzioni cognitive pari a 15 anni di invecchiamento. I maggiori effetti negativi riguardano la memoria. Lo studio ha inoltre rilevato che i soggetti più danneggiati dall’inquinamento atmosferico sono gli under 50, ossia le persone in piena età lavorativa, con un conseguente inevitabile calo delle loro prestazioni sul lavoro.


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