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Clima, l’Artico ha cominciato a scaldarsi all’inizio del ‘900, «molto prima di quanto pensassimo» – Lo studio dei ricercatori italiani

25 Novembre 2021 - 21:47 Redazione
La ricerca ha analizzato i sedimenti marini dello stretto di Fram, un tratto di mare che separa le isole Svalbard dalla Groenlandia

La prima firma è quella di Tommaso Tesi, ricercatori dell’Istituto di Scienze polari al Cnr di Bologna. E poi ancora c’è quella di Francesco Muschitiello, del dipartimento di Geografia di Cambridge e ancora Stefano Miserocchi, sempre del Cnr e ancora altre firme di ricercatori italiani. Sono gli autori di Rapid Atlantification along the Fram Strait at the beginning of the 20th century, un articolo pubblicato sulla rivista Science che potrebbe cambiare il modo in cui conosciamo la storia climatica del nostro pianeta. Lo studio spiega che dall’inizio del ‘900 la temperatura dell’acqua artica è aumentata di due gradi. Un dato preoccupante, visto che fino a questo momento i modelli più utilizzati in ambito scientifico prevedevano un aumento delle temperature artiche iniziato dopo i primi decenni del secolo scorso.

A spiegare meglio il fenomeno è stato Francesco Muschitiello che ha rilasciato una serie di dichiarazioni alla Cnn: «L’Oceano Artico si sta riscaldando da molto più tempo di quanto pensassimo in precedenza. E questo è inquietante per molte ragioni, soprattutto perché i modelli climatici che usiamo per fare proiezioni sui futuri cambiamenti climatici non prevedevano questi dati». Anche Rong Zhang, ricercatore statunitense che lavora al Geophysical Fluid Dynamics Laboratory del Noaa, ha confermato queste tesi: «È importante comprendere la causa di questa rapida atlantificazione, nonché le discrepanze tra le simulazioni del modello e le ricostruzioni che conosciamo ora». Per atlantificazione si intende il processo di infiltrazioni delle acque dell’Oceano Atlantico nelle correnti dell’Artico.

Le analisi sui sedimenti per ricostruire la storia del mare

Per arrivare ai risultati sullo studio, i ricercatore hanno analizzato i sedimenti marini raccolti dallo Stretto di Fram, un tratto di mare che separa le isole Svalbard dalla Groenlandia. Questi sedimenti sono dei registri naturali, in grado di conservare per secoli le informazioni sui cambiamenti climatici. Qui i ricercatori hanno visto che la temperatura dell’acqua è rimasta agli stessi livelli fino al XX secolo: qui ha cominciato ad aumentare in modo improvviso fino ad arrivare ai livelli di oggi. Per Muschitello non è ancora chiaro quale ruolo abbia avuto l’uomo in questi fenomeni: «Stiamo parlando dei primi anni del 1900, e da allora abbiamo già sovralimentato l’atmosfera con anidride carbonica. È possibile che l’Oceano Artico sia più sensibile ai gas serra di quanto si pensasse in precedenza».

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