Si chiama Claudio Cesaris l’uomo fermato per l’omicidio di Dario Angeletti. È un tecnico di laboratorio che aveva lavorato in passato per l’università di Pavia presso il laboratorio di eco-etologia dei vertebrati del dipartimento di scienze della terra e dell’ambiente. E dietro l’omicidio, secondo la ricostruzione degli inquirenti, ci sarebbero motivi di gelosia. Cesaris aveva infatti un rapporto pregresso con una donna con la quale Angeletti aveva stretto amicizia negli ultimi mesi. Lei era andata a lavorare da poco all’università della Tuscia. E per lei Cesaris si era trasferito nel Lazio. Braccandola e perseguitandola fino alla denuncia per stalking. Che però non lo avrebbe fermato.
Il giallo di Tarquinia
Dario Angeletti ha perso la vita nella zona delle Saline di Tarquinia, non lontano dal laboratorio di ecologia e dal centro ittiologico sperimentale dove lavorava come biologo. Secondo la ricostruzione degli inquirenti Cesaris lo avrebbe seguito per giorni. Di certo Angeletti aveva appuntamento con qualcuno il 7 dicembre scorso nella zona che d’inverno è deserta mentre d’estate si riempie di camper. L’ipotesi degli inquirenti è che Angeletti e Cesaris avessero un appuntamento. Anche se il fatto che i carabinieri abbiano trovato tracce di una frenata sul terreno fa pensare che il biologo marino abbia tentato di fuggire. I testimoni hanno riferito che da giorni Cesaris cercava Angeletti. Che era seduto al posto di guida e con la cintura di sicurezza allacciata quando è stato colpito alla tempia da un colpo di pistola. L’arma non è ancora stata ritrovata.
Cesaris, che ha un’ex moglie e una figlia a Pavia, è nato a Dresano in Lombardia. La donna che lo ha denunciato per stalking, scrive oggi Repubblica, è invece originaria di Abbiategrasso ed è una ricercatrice di 39 anni. Si è laureata a Parma in scienze naturali e poi ha lavorato con un assegno di ricerca all’università di Pavia. Lì Cesaris l’ha conosciuta. Secondo la ricostruzione del quotidiano nel luglio 2020 la ricercatrice ha preso servizio all’Università della Tuscia a Zoologia nel dipartimento di Scienze biologiche, con un insegnamento. Lì ha conosciuto il professor Angeletti. Cesaris l’aveva saputo. «Era sempre solo, molto riservato — dice un suo vicino di casa —. L’avrò incontrato quattro o cinque volte per le scale. Salutava con gentilezza, ma di lui non ho mai saputo nulla».
Angeletti, Cesaris e la ricercatrice
Per stare vicino a lei Cesaris aveva deciso si spostarsi da Pavia e affittare il monolocale al primo piano di un palazzo in via Cadorna, la strada che taglia in due San Martino al Cimino. Intanto l’autopsia eseguita nell’istituto di medicina legale dell’università La Sapienza di Roma ha confermato che Angeletti è stato ucciso da un colpo di pistola. Dopo l’omicidio Cesaris è stato fermato dai carabinieri nel suo appartamento, che ora è sotto sequestro. Durante l’interrogatorio ha accusato un malore ed è stato trasferito all’ospedale di Belcolle, dove ieri è stato sottoposto allo Stub, ovvero al test per sapere se abbia sparato. Il 68enne è in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto. Fissata per domani al tribunale di Civitavecchia.
Leggi anche: