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Dalle miniere della Valtellina ai ristoranti stellati: la storia di Nicola, che intaglia pietre per creare pentole – L’intervista

22 Gennaio 2022 - 07:57 Valerio Berra
26 anni, nato in Valtellina, ha recuperato i ferri e il tornio di suo nonno per riscoprire un lavoro antico. Grazie a TikTok ha incontrato clienti e ristoranti

La Miniera della Bagnada nel comune di Lanzada in Valtellina è stata scoperta nel 1936. È rimasta aperta per 50 anni e ha dato lavoro a un paio di generazioni di giovani della zona. Ora è non è più attiva, anche se qualche livello è rimasto aperto al pubblico. Fra i materiali che venivano scavati da queste rocce c’è anche la pietra ollare, la stessa da cui ora Nicola Bagioli lavora le sue pentole. 26 anni, nato e cresciuto a Lanzanda, Nicola nel 2019 ha aperto un negozio che vende Lavec, pentole di pietra intagliate con una tecnica che stava scomparendo. Dopo un paio di anni di attività ha aperto un profilo su TikTok, il social che nel 2021 ha ottenuto due medaglie: è stata l’app più scaricata del mondo (656 milioni di download) e il sito più visitato del mondo (più di Google).

Nicola ha cominciato a postare video in cui mostrava le fasi della lavorazione, l’utilizzo dei Lavec e il modo in cui venivano impacchettati e spediti in tutta Italia. Insieme alla sua compagna Arianna Dell’Agostino, Nicola racconta anche tutto il processo di impacchettamento degli ordini, attività consistente visto che ormai spedisce in tutta Italia. Questi temi sono riusciti a ritagliarsi uno spazio tra gli altri contenuti, tanto che ora il numero di Mi Piace sul suo profilo è arrivato quasi a 190 mila. Tiktok non ha attratto solo clienti privati appassionati di cucina ma anche chef gourmet, come Alessandro Negrini del ristorante Il Luogo di Aimo e Nadia, due Stelle Michelin.

@lavec.lapietraollare Lavéc tolto dal tornio! Ora devo lisciare il fondo e poi è pronto per la rilegatura! #lavec ♬ Pieces (Solo Piano Version) – Danilo Stankovic

Partiamo dalle basi, cos’è un Lavec?

«È una pentola di pietra ollare. In Valmalenco, la valle in cui si trova Lanzada, sono 400 anni che vengono prodotte».

Cosa cambia rispetto a una normale pentola in acciaio?

«La differenza è che si cucina proprio nel sasso, con una cottura completamente naturale. Esalta il sapore dei cibi perché la temperatura è più basse e il calore si diffonde in modo uniforme su tutta la pentola. In una pentola normale invece è più alto dove c’è la fiamma».

Quanto tempo ci vuole a creare un Lavec?

«È difficile dare delle tempistiche. Dipende dal sasso che trovi. A volte hai in mano una roccia dura e fai tanta fatica, a volte invece trovi dei sassi morbidi e ci metti meno tempo. Per tornirlo ci vogliono 4 o 5 ore. Poi ci vuole un’oretta per fare la rilegatura».

Questo era il mestiere di tuo nonno. Perché hai deciso di riprenderlo?

«È iniziato tutto nel 2019. Io ero un ciclista professionista, poche settimane prima del Giro d’Italia sono stato investito da una macchina. Ho cominciato ad avere problemi alla schiena e per tre mesi non sono riuscito a salire in bicicletta. Mi sono detto che dovevo pensare a qualcosa di nuovo da fare. Da piccolo sentivo i racconti dei miei genitori e dai miei nonni. Ora ho un set di ferri nuovi, ma all’inizio per modellare le pentole usavo ancora i ferri e il tornio di mio nonno. Ho imparato tutte le tecniche da mio padre».

Ora corri ancora in bici?

«No, anzi. Avevo ancora un anno di contratto con la squadra. La mattina mi allenavo e il pomeriggio facevo Lavec. Non era più un ritmo sostenibile. Ora ho cambiato direzione e mi occupo solo di questo».

Hai riscoperto un lavoro antico ma lo comunichi con un social contemporaneo. Come hai scoperto TikTok?

«La mia ragazza Arianna mi ha aiutato a creare il sito. Ho deciso di puntare su TikTok perché avevo letto diversi libri sul marketing in cui si parlava di questo social, mi ricordo anche che era stato consigliato da Marco Montemagno».

@lavec.lapietraollare Grazie di ❤️ a tutti voi che ci sostenete ogni giorno e credete nel nostro lavoro! #lavec ♬ suono originale – Lavec

Ti aspettavi tutto questo riscontro di pubblico?

«Mi sono stupito. Pensavo che TikTok fosse una cosa per bambini invece ho trovato tantissime persone interessate alle mie pentole».

Oltre ai privati, c’è anche qualche ristoratore interessato ai Lavec?

«Nell’ultimi anno stiamo lavorando anche con molti locali, alcuni anche stellati. Abbiamo consegnato i nostri Lavec alla Pergola di Roma o allo chef Michelangelo Mammoliti. Ormai lavoriamo da tempo con Alessandro Negrini, uno chef che ha tre locali al Milano, uno di questi con due Stelle Michelin. Insieme a lui sperimentiamo idee nuove e pensiamo a nuovi tagli».

Ora il tuo è uno small business: ci sei tu e la tua fidanzata. Hai intenzione di allargarti?

«No, va benissimo così. C’è un limite a questa attività: io voglio che i Lavec continuino a rimanere un prodotto artigianale».

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