La consigliera leghista condannata a pagare 4 mila per una emoji “offensiva” sui social

Oltre al risarcimento economico, la donna dovrà pubblicare per una settimana una versione ad hoc dell’obbligo di pubblicazione delle sentenze

Un risarcimento di 4mila euro per aver postato un’emoticon di un escremento. La goliardata ha tirato un brutto scherzo a Laura Bocchi, consigliera comunale leghista di Verona. Ha usato l’immagine per rispondere a un post su Facebook in cui attaccava Chiara Tosi, avvocato e attivista ambientale, per essersi opposta a un taglio di alberi volto a realizzare una linea filobus. Il commento, come riporta il quotidiano locale L’Arena non era offensivo, ma l’emoticon l’ha “incastrata”. E se in un primo momento Bocchi ha cancellato il disegno su intimazione del giudice Claudia Dal Martello, Tosi le ha comunque fatto causa. Una causa andata avanti per due anni. L’emoji pubblicato su un social, in quel modo, è «attributo gratuitamente offensivo che supera il limite della continenza: la critica sull’operato di Chiara Tosi si sarebbe potuta esprimere senza ricorrere a immagini di dileggio, superflue rispetto al diritto di manifestare il proprio disappunto o disaccordo», ha scritto il giudice. Il risultato per Bocchi è stato, oltre al risarcimento economico, quello di tipo “morale”. Ogni giorno, per una settimana, è obbligata a scrivere sulla propria bacheca di Facebook questa formula: «Come disposto della Sentenza n. 107/2022 del 24/1/2022 provvedo a pubblicare quanto segue: “Il Tribunale di Verona… omissis… accerta che l’emoticon dell’escremento apposto nel post pubblicato nel proprio profilo Facebook il 29.12.2019 da Laura Bocchi è lesivo della persona di Chiara Tosi e della sua reputazione”».


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