Samantha D’Incà è morta: staccata la spina alla ragazza in coma da più di un anno

Dopo mesi di battaglie legali, il giudice tutelare Umberto Giacomelli ha autorizzato il padre a decidere sull’interruzione delle cure

Samantha D’Incà è morta. La 30 enne, che si trovava in stato vegetativo dal 4 dicembre 2020, è deceduta sabato dopo che i medici della Rsa in cui era ricoverata hanno “staccato la spina” dei macchinari che la tenevano in vita su autorizzazione del Tribunale. Nativa di Feltre in provincia di Belluno, la ragazza è stata al centro di una battaglia legale portata avanti dalla famiglia. Samantha il 12 novembre 2020 uscì di casa per andare al lavoro, in fabbrica. Si ruppe un femore inciampando e cadendo a terra lungo il tragitto. «Un incidente banale, cui è seguita l’operazione a Belluno, il ritorno a casa per la riabilitazione e poi un inspiegabile crollo, una polmonite bilaterale estranea al Covid, il collasso dei polmoni, la peregrinazione tra gli ospedali di Feltre, Belluno e Treviso, poi il coma da cui Samantha non ha mai fatto ritorno, nonostante le cure dei luminari», ha raccontato all’epoca al Corriere della Sera la madre Genzianella Dal Zot. Dopo mesi di battaglie legali, il giudice tutelare Umberto Giacomelli ha autorizzato il padre a decidere sull’interruzione delle cure. Il magistrato ha affidato a Giorgio D’Incà la responsabilità del suo destino. Nell’ultima settimana, fa sapere oggi Il Gazzettino, la situazione è precipitata e nella casa di riposo di Cavarzano nel Bellunese sono iniziate le cure palliative. Poi la morte.


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