I soldati russi che si sono rifiutati di invadere l’Ucraina: «Nessuno di noi voleva questa guerra»

Centinaia di militari hanno disertato il conflitto e nessuno li aveva avvisati di cosa stava per accadere, rivela un’inchiesta del Wall Street Journal

Quando il 24 febbraio scorso Albert Sakhibgareev ha visto la notifica su Telegram: «La Russia invade l’Ucraina», ha deciso che quella non sarebbe stata la sua guerra, è fuggito dal campo base e si è nascosto. Il soldato russo era stato mandato nella regione russa di Bolgorod, l’8 febbraio, per effettuare delle «esercitazioni militari», riporta il Wall Street Journal. Ma, il 21 febbraio, quando il presidente russo Vladimir Putin in un discorso ha negato il diritto all’autodeterminazione dello stato ucraino, i telefoni dei soldati militari sono stati confiscati, ed è stato loro detto di indossare giubbotti antiproiettile. Il giorno dell’invasione, i soldati sono stati svegliati dal rumore delle bombe e da quello dei caccia che volavano sopra le loro teste. Sakhibgareev e i suoi commilitoni non sapevano che quel giorno stavano entrando in guerra.


Mosca ha poche vie legali per punire i disertori

«Nessuno di noi voleva questa guerra», ha dichiarato Sakhibgareev. A centinaia hanno disertato il conflitto e sono fuggiti, rivela il WJS, che ha visionato documenti militari, e raccolto le testimonianze di soldati accusati di non aver difeso la loro patria, e dei loro avvocati. Finora, però, ci sono state poche conseguenze per coloro che sono fuggiti. Mosca, soprattutto nelle fasi inziali del conflitto, ha subito ingenti perdite – tra le altre, si parla anche di un quarto di tutti gli armamenti stanziati – e non può permettersi di attirare l’attenzione sul problema perché ha bisogno di nuovi arruolati per continuare l’invasione. Il Cremlino si è quindi limitato a esclusioni formali dal servizio militare. Mosca fatica a trovare vie legali di punire i disertori anche perché quella in corso non viene ufficialmente definita una guerra, ma «un’operazione militare speciale».


L’avvocato che ha ricevuto oltre mille richieste d’aiuto dai disertori

«Tantissime persone non vogliono combattere», ha dichiarato Mikhail Benyash al giornale statunitense. Benyash ha ricevuto richieste di assistenza legale da oltre mille disertori che protestano contro la loro esclusione dal servizio militare in seguito al rifiuto di invadere l’Ucraina. Il licenziamento dall’esercito comporta, oltre alla perdita dello stipendio, anche quella dei sussidi speciali sui mutui di cui i soldati dispongono in Russia. Se le guerra fosse riconosciuta come tale, le conseguenze sarebbero invece ben più severe. La legge russa prevede fino a 10 anni di carcere per i disertori di guerra. Tuttavia, non ci sono le basi per una condanna se i disertori riescono a provare che hanno agito sotto «fortissime pressioni», hanno avuto gravi problemi personali, o si sono rifiutati poiché convinti di stare per fare qualcosa di illegale.

Immagine di copertina: Albert Sakhibgareev, in una foto fornita dal suo avvocato al Wall Street Journal

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