A seguito delle polemiche che hanno acceso il dibattito politico, soprattutto sui social, in merito al manichino vestito da Madonna con il seno scoperto fatto sfilare al pride di Cremona, arriva il commento del sindaco della città. «Sfilare con una statua della Madonna blasfema è per me inqualificabile e irrispettoso non solo verso chi crede e verso la storia della città, ma anche verso chi ha partecipato al corteo manifestando le proprie idee con rispetto», ha detto Gianluca Galimberti che ha concesso il patrocinio all’evento e vi ha anche partecipato in prima persona. «A quei pochi, dico che esprimere le proprie posizioni deve passare dal considerare e rispettare quelle degli altri. Sempre. E dico che – ha continuato – di quel gesto non c’era bisogno non solo perché è offensivo, ma perché alla fine fa più notizia l’errore, volgare e sciocco, di dieci incivili, che i colori e l’entusiasmo di migliaia di persone». Nei giorni scorsi si era espresso positivamente sul primo pride a Cremona, dicendosi «contento e soddisfatto».
«Non si tratta di incoerenza»
Con la condanna al manichino della Vergine Maria il sindaco è stato tacciato di «incoerenza», ma Galimberti non ci sta. «Essere coerente per me passa dalla condanna ferma di quel gesto. Senza se e senza ma», ha risposto. Spiega che si tratta di un caso isolato e che pertanto «non può e non deve inficiare la bellezza e l’importanza di quel corteo, ed è quello che il Comune ha patrocinato». Considera legittima l’indignazione che ha provocato la statua e – con atteggiamento propositivo – lo vede come un’occasione per «rilanciare il confronto civile e costruttivo sui temi posti dal pride, sul modo che si ha ancora, anche a Cremona, di guardare la diversità sessuale giudicando e condannando prima che cercando di capire e incontrare l’umanità dell’altro»
«In Italia prevale una cultura omofoba e macista»
A suo dire non si può parlare di libertà individuale perché questa «non può tradursi in un egoismo individualista di pretesa». Al tempo stesso, ci tiene a specificare che «opporsi a discriminazioni e violenze significa opporsi a tutte le discriminazioni e violenze contro tutti», ma che purtroppo nel nostro Paese «spesso prevale una cultura omofoba e macista». In virtù di questo il sindaco ha concluso il suo commento auspicando che a cremona si apra un dibattito «serio, rispettoso e costruttivo».
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