Elicottero caduto sul Monte Cusna, si indaga sulle cause dell’incidente: rilievi nell’area dello schianto, disposte le autopsie

Aperto un fascicolo a carico di ignoti per disastro colposo e omicidio colposo: si attende anche l’analisi della scatola nera

È per disastro colposo e omicidio colposo, al momento a carico di ignoti, il fascicolo aperto per fare luce sull’incidente che giovedì 9 giugno ha portato un elicottero a schiantarsi sul monte Cusna, nell’Appennino tosco-emiliano. Nell’impatto sono morte sette persone. L’area interessata, in località Villa Minozzo (Reggio Emilia), è stata posta sotto sequestro dalle autorità. I corpi carbonizzati verranno sottoposti ad autopsia. La procura di Reggio Emilia, guidata dal pm Marco Marano, lavora per fare chiarezza sui problemi che hanno fatto schiantare l’elicottero: se si è trattato del forte temporale in corso al momento dell’impatto, o se ci sono responsabilità umane. Gli inquirenti si aspettano risposte anche dalla scatola nera del velivolo. Si sono recati sul posto anche il comandante della Scuola alpina della Guardia di Finanza (la Sagf) Abetone Cutigliano e un perito dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo (Ansv).


L’incidente

I cadaveri e i frammenti del velivolo sono stati rinvenuti ieri 11 giugno tra la fitta vegetazione, nei pressi del greto del torrente Lama. Si tratta di una zona molto impervia, a circa 1.900 metri d’altitudine. A bordo dell’elicottero, che stava viaggiando da Lucca alla provincia di Treviso, si trovavano il pilota, Corrado Levorin, e sei clienti dell’azienda Elettric80 di Reggio Emilia: i cittadini turchi Kenar Serhat, Cez Arif, Ilker Ucak, Erbilaltug Bulent, e i libanesi, Chadi Kreidy e Tarek El Tayak.


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