Saltano i nervi tra consiglieri comunali a Riva del Garda, da un leghista mani in faccia a uno del Pd: si dimette

Al centro della discussione il progetto della pista ciclabile. «Determinati a bloccare ogni ulteriore lesione della democrazia»

Alla fine ha deciso di dimettersi il capogruppo della Lega al Consiglio comunale di Riva del Garda, nel Trentino, Vittorio Ferraglio, dopo la rissa scoppiata ieri 2 agosto con un collega del Pd. Come già mostra la foto diffusa dal consigliere dem Alessio Zanoni, durante la riunione il leghista si è alzato in piedi e ha messo le mani in faccia a Gabriele Bertoldi. «Già settimane addietro, fuori dai lavori del consiglio comunale, il consigliere Ferraglia si era profuso in frasi “scherzose” come “se vai avanti così ti aspetto di fuori“», ha raccontato in un post su Facebook il consigliere del Pd. Lo stesso Bertoldi sostiene che non si sia trattato di un semplice scatto d’ira.


Ferraglia, infatti, avrebbe agito in quel modo «solo dopo aver constatato che l’alzarsi in piedi e il mostrare la prestanza fisica accompagnata alle minacce non bastava per farci allontanare dall’aula». Alla base della discussione c’era la pista ciclabile del Garda. Un progetto che pesa alle casse del Comune per circa 11 milioni di euro e per il quale nei giorni scorsi il Pd all’opposizione aveva presentato varie modifiche. L’aggressione, però, è arrivata «prima ancora di ascoltare il presidente», spiega Zanoni.


Nelle scorse ora la sindaca Cristina Santi ha prima condannato il gesto di Ferraglia e poi ufficializzato la formalizzazione delle sue dimissioni. Da parte del Pd, invece, la capogruppo in consiglio provinciale, Sara Ferrari, ha scritto come questo episodio abbia «fatto scoppiare le molte contraddizioni di una gestione istituzionale del Comune di Riva del Garda non proprio ortodossa e tanto meno democratica». Si legge anche come il partito «stigmatizza tale accaduto ed è determinato a bloccare ogni ulteriore lesione della democrazia nella gestione pubblica del bene comune».

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