Dopo la truffa dell’hotel fantasma di Rimini, la beffa del titolare in chat con le vittime: «Venga in Irlanda a bere con me, venga sola»

Sono quasi 600 i truffati dall’albergatore che aveva promesso camere inesistenti in Romagna, dopo aver incassato le caparre

500 prenotazioni accettate a fronte di una disponibilità di sole 40 camere, vacanze rovinate per centinaia di persone. Eppure non mostra alcun segno di pentimento il proprietario dell’Hotel Gobbi, due stelle di Rimini diventato famoso a causa del gigantesco overbooking. A una dei turisti truffati, che lo ha contattato per cancellare la prenotazione dopo aver saputo della fregatura, l’uomo infatti risponde scrivendo: «Avrà anche saputo che sono in Irlanda a bere un gin tonic». Alla risposta perplessa della donna, l’uomo controbatte insistendo: «Ho una buona e una cattiva notizia. La prima è che la vacanza è salva, la seconda è che meta e compagnia sono diverse. La invito con me in Irlanda a bere piña colada al tramonto, in piscina. Da sola, non porti i suoi figli».


Soldi finiti nel vuoto

Così Francesca Motta, milanese che sperava di passare sette notti in Riviera, ha perso 1.080 euro: i risparmi di un anno. I turisti coinvolti nella disavventura si sono riuniti in gruppo Facebook di quasi 600 membri. Il Corriere di Milano racconta la storia di alcuni di loro, e il copione sembra ripetersi: viene richiesto un acconto, ma la prenotazione si cancella dopo il versamento della caparra. I conti correnti su cui venivano bonificati caparre e saldi erano almeno tre: uno italiano, uno intestato a una 25enne marocchina e un ultimo, offshore, in Irlanda. In questo e nel primo caso, il beneficiario risulta l’Hotel Gobbi. La struttura è stata chiusa dalle forze dell’ordine per violazione delle norme antincendio. La vicenda ha scoperchiato anche i guai finanziari in cui versava l’attività: le prime stime parlano di un buco di 800 mila di euro e di debiti verso i fornitori a quattro zeri. Del caso si sta occupando il procuratore capo di Rimini Elisabetta Meloni.


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