Liste Pd, Lotti commenta l’esclusione: «Fatto fuori per far posto a Di Maio»

Il deputato duro con le scelte di Letta: «Non avrei regalato seggi Di Maio o a Crisanti. Il voto cambierà i partiti»

«Non tollero l’ipocrisia. La mia esclusione è stata una scelta politica». Lo dice amaro il deputato uscente dal Partito democratico, Luca Lotti, intervistato dal Quotidiano Nazionale sul suo mancato inserimento nelle liste per le elezioni politiche. La sua è «una presa d’atto. Rabbia no – dice -. Il dispiacere, confesso, è per le centinaia di persone che mi stanno scrivendo in queste ore». Lotti, ex braccio destro di Matteo Renzi, assieme a Lorenzo Guerini è leader della corrente Base riformista. «Non avrei regalato seggi a chi non appartiene alla storia del Pd, a Di Maio o a Crisanti, solo per fare due nomi», prosegue Lotti, «rinunciando invece a chi ha sempre e solo lavorato per le nostre idee e per un partito riformista». Escluso dalle liste, il parlamentare rivendica «con orgoglio di aver contribuito a far nascere il Pd» e «di essere rimasto nel partito quando alcuni compagni di strada hanno fatto scelte differenti». «Senza di noi, intesi come Riformisti, il Pd oggi non ci sarebbe», è convinto. Così come del fatto che «la coerenza, in politica, è merce rara. Men che meno la riconoscenza». E chiosa: «Riparleremo di queste scelte dopo il 25 settembre, ne sono sicuro. Dal 26 settembre cambieranno molte cose nei partiti». Per il deputato ora contano solo loro, le elezioni. «Il risultato e non i personalismi», specifica. «Ho vissuto sulla mia pelle molte cattiverie, specie negli ultimi giorni, e strumentali letture di parte. A qualcuno la mia esclusione farà pure piacere, fa parte del gioco. Ma a me premono gli elettori».


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