Il Cremlino credeva nella guerra lampo perché i servizi segreti russi hanno mentito sulla forza dell’Ucraina – La rivelazione del Washington Post

L’Fsb sapeva che l’Ucraina avrebbe combattuto l’invasione delle truppe di Mosca. Eppure non è questo lo scenario che i suoi ufficiali hanno indicato a Putin

Nei giorni prima dell’invasione in Ucraina, i servizi segreti di Mosca (Fsb) dissero agli informatori russi a Kiev di lasciare la città, avendo però cura di lasciare le chiavi delle loro case all’interno. Il motivo è spiegato in un articolo inchiesta del Washington Post, che ha visionato i file dei servizi segreti ucraini. Il Cremlino era sicuro sarebbe riuscito a destituire il governo ucraino e ad instaurare un regime filorusso nella capitale. Le case aperte sarebbero servite ai nuovi funzionari una volta insediatisi. Tanto Mosca era sicura di vincere. Il piano, però, fallì quando la Russia incontrò la resistenza ucraina. Secondo i documenti dei servizi segreti ucraini, la Russia spia da decenni le attività del governo di Kiev, in attesa del momento propizio per ribaltarlo, o quantomeno corromperne gli ufficiali, in modo che il Paese invaso non viri verso l’Occidente. L’Fsb, quindi, sapeva che l’Ucraina non avrebbe accolto di buon grado l’invasione, ma rimane da capire se i servizi segreti fossero comunque fiduciosi sull’esito dell’«operazione militare speciale», o se invece abbiano mentito a Vladimir Putin.


I servizi segreti hanno mentito a Putin?

I servizi segreti ucraini avrebbe tutto l’interesse a screditare quelli russi. Ma che gli obiettivi della Federazione fossero oltre i propri mezzi è confermato da molti esperti militari, spiega il Washington Post. Eppure, negli uffici dell’Fsb esistevano rapporti che attestavano la capacità dell’Ucraina di resistere all’attacco russo. Ciononostante, la situazione veniva dipinta al Cremlino come rosea, addirittura spiegando che la popolazione ucraina avrebbe accolto di buon grado la «liberazione» da parte della Russia. «C’era tantissimo entusiasmo negli ambienti militari russi», ha detto al Post un ufficiale militare esperto il cui nome è tenuto celato, così come quello degli altri esperti consultati, «ma è partito tutto dall’Fsb», spiega.


L’Fsb dovrà rispondere delle sue scelte davanti al Cremlino

Proprio sulla base di queste false premesse, la Russia ha iniziato una guerra credendo che un attacco-lampo a Kiev avrebbe ribaltato il governo nel giro di pochi giorni. Zelensky sarebbe stato ucciso, catturato o mandato in esilio e ci sarebbe stato un vuoto politico pronto da sfruttare per instaurare un esecutivo filorusso. Tutto ciò invece non è mai accaduto. Kiev non è stata presa e gli ufficiali dei servizi segreti che avrebbero costituito il nuovo governo hanno dovuto ritirarsi, così come l’esercito che puntava alla capitale. L’Fsb ora dovrà rispondere a Mosca delle proprie valutazioni, spiega il quotidiano statunitense, che ha invischiato la Russia in una guerra che credeva semplice, ma semplice non è stata.

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