Via libera al dl aiuti bis in Senato, ma fallisce il tentativo del governo di far approvare la delega fiscale

I partiti non hanno trovato l’accordo nella capigruppo. Saltano anche ergastolo ostativo ed equo compenso.

Palazzo Madama chiude le porte. L’Aula resterà chiusa fino alla prima convocazione della prossima legislatura, la XIX. Nell’ultima seduta di oggi, 20 settembre, i senatori hanno approvato il decreto aiuti bis. E basta: il governo Draghi non è riuscito a far votare la delega fiscale. L’accordo raggiunto dai partiti a inizio estate, infatti, prevedeva che il provvedimento sul fisco rientrasse in un’intesa più ampia, comprendente il ddl sull’equo compenso e quello sull’ergastolo ostativo. La capigruppo delle ore 14, per una serie di veti incrociati e assenze dei senatori, ha sancito che il pacchetto di provvedimenti non avrebbe avuto il sostegno necessario delle forze di maggioranza per essere inserito nel calendario d’Aula. Mario Draghi ci ha provato fino all’ultimo a far passare la delega fiscale. Non è un segreto: «Ho parlato con la presidente Casellati, mi ha detto che proverà a vedere se si può calendarizzare», aveva dichiarato il presidente del Consiglio, in conferenza stampa, lo scorso 16 settembre. «C’era un accordo con tutte le forze politiche – ha ricordato Draghi -, cioè che la delega fiscale sarebbe stata votata il 7 settembre. Il governo si è impegnato a non scrivere i decreti delegati fino alla data delle elezioni. Il governo ha mantenuto la sua parola». Ma a esecutivo dimissionario dalla fine di luglio e in piena campagna elettorale, chiedere alle forze politiche di accordarsi su un argomento delicato come il fisco è stata un’impresa fallimentare. Così i senatori, dopo aver dato il via libera al decreto aiuti bis in terza lettura, hanno iniziato a lasciare l’Aula e a sgattaiolare da Palazzo Madama, valigie alla mano: la convocazione, per chi sarà rieletto il 25 settembre, è fissata il prossimo 13 ottobre.


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