Ucciso da una freccia a Genova, l’autopsia inguaia Scalco: «Il colpo è stato fatale»

Continuano a emergere contraddizioni nelle dichiarazioni date dall’artigiano accusato di omicidio

L’autopsia del corpo dell’operaio Javier Miranda Romero, 41enne, sembra non lasciare dubbi: la freccia che lo ha colpito è stata letale. Ha trapassato completamente il fegato e reciso tutti i vasi sanguigni rendendo inutile ogni tentativo di salvataggio da parte dei medici dell’ospedale San Martino di Genova, dove era stato trasportato con codice rosso. A eseguire l’autopsia è stato il medico legale Sara Lo Pinto su indicazione del pm Arianna Ciavattini. A lanciare la freccia con una balestra è stato un artigiano di 63 anni, Evaristo Scalco, che sul momento aveva tentato di estrarre l’arma. Un’operazione che, secondo l’autopsia, non avrebbe peggiorato la situazione. Ieri, 7 novembre, la pm ha effettuato un sopralluogo con i carabinieri sia sul luogo del delitto che a casa dell’accusato – da cui avrebbe scoccato il dardo – così da trovare riscontro o meno sulle dichiarazione dell’artigiano date durante l’interrogatorio di convalida. Dopo l’autopsia il pm ha dato il nulla osta per celebrare il funerale di Romero. Le esequie verranno celebrate alle 11.45 nella chiesa di Santa Caterina di Portoria. Dopo la cerimonia il corpo verrà trasferito al cimitero di Staglieno dove verrà cremato. Le spese sono tutte a carico del Comune.


Le dichiarazioni che non tornano

Quanto dichiarato da Scalco è stato più volte contraddetto dallo stesso. Aveva raccontato che Romero e un suo amico gli avevano lanciato dei petardi in casa. Dichiarazione smentita dalle immagini delle telecamere: i due non avrebbero tirato nulla contro la finestra dell’artigiano, ma sarebbe stato quest’ultimo a lanciare per primo qualcosa dopo avere visto il 41enne urinare su una saracinesca. Sono stai trovati dei petardi sotto la finestra, ma inesplosi e si ipotizza che siano caduti a qualcuno durante Halloween. Secondo quanto ricostruito finora, c’è stata una prima discussione tra l’artigiano e i due amici, i quali si sono allontanati per tornare pochi minuti dopo. È a quel punto che la discussione si è riaccesa: Scalco avrebbe urlato «andate via stranieri di me***» per poi lanciare la freccia letale. Per il momento, Scalco resta in carcere, con l’accusa di omicidio, perché considerato «non in grado di controllare i propri impulsi»


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