Manovra, la misura di Santanché contro la carenza di camerieri: ridotta al 5% la tassa sulle mance

Secondo la ministra è un premio «per chi fa bene il proprio lavoro». Scettici gli esercenti: «Una tassa agevolata non favorisce l’occupazione»

Tasse agevolate sulle mance date ai dipendenti di ristoranti e hotel. Il governo Meloni, nella legge di Bilancio 2023, punta a risolvere così la carenza di personale. La misura, si legge nella relazione illustrativa della manovra pubblicata da Repubblica, «mira a rafforzare l’attrattività delle professioni a contatto con la clientela presso le imprese del comparto turistico-ricettivo e di quello della ristorazione, per rimediare alle difficoltà di reclutamento incontrate dai datori di lavoro». Dunque, dal primo gennaio 2023, l’aliquota sulle mance sarà abbassata al 5%. È la stessa riduzione introdotta dalla finanziaria per i premi di produttività – fino a 3 mila euro – dei lavoratori dipendenti. Come per i croupier nei casinò, la tassazione agevolata al 5% sulle mance si applicherà fino al 25% del reddito totale percepito. La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, al quotidiano del gruppo Gedi ha spiegato che la norma vuole «premiare chi fa bene il proprio lavoro».


La tassazione agevolata sarà applicata anche quando le mance saranno versate attraverso pagamenti elettronici. Saranno incluse le somme che i clienti versano direttamente ai titolari dell’attività e che, in busta paga, vengono ripartite tra i dipendenti. La riduzione dell’aliquota sulle mance non è un’idea inedita: lo scorso settembre, in Francia, Emmanuel Macron ha voluto adottare una misura simile, sia per attrarre nuovi camerieri sia per dare un segnale anti-inflazione. Va detto che, in Italia, buona parte delle mance viene data sotto banco dai clienti e, questo, potrebbe inficiare l’effetto del provvedimento. Sullo scopo principale per cui è stata decisa la detassazione delle mance, gli esercenti hanno ventilato alcuni dubbi: «Prevedere una tassa agevolata non favorisce l’occupazione, non credo proprio che sia questa la misura che convincerà i camerieri a lavorare», ha dichiarato il segretario generale di Confesercenti, Mauro Bussoni. «Servono retribuzioni adeguate e orari compatibili con la vita privata».


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