Prelievi in contanti, bonifici verso l’estero e soldi in Ruanda: cosa c’è nell’indagine sulla coop di Murekatete e Mukamitsindo

Evasione fiscale e false fatturazioni le ipotesi investigative. Sei indagati in totale. E l’associazione contro la violenza sulle donne usata per muovere denaro

L’indagine della procura di Latina sulla cooperativa Karibu va avanti da tre anni. Non riguarda gli stipendi e i presunti maltrattamenti emersi dopo la denuncia del sindacato Uiltucs. Ma punta il dito su una presunta evasione fiscale e su false fatturazioni. Che sarebbero servite, secondo l’ipotesi degli inquirenti, a far finire i soldi in Ruanda. Dove un cognato di Aboubakar Soumahoro gestisce attività di ristorazione e safari. Gli indagati totali sono sei. Ovvero la compagna del parlamentare Liliane Murekatete, la suocera, Maria Therese Mukamitsindo, e il fratellastro Michel Rukundo. E Richard Mutangana, altro figlio di Mukamitsindo, oltre a due collaboratrici: la camerunense Ghislaine Ada Ndongo e l’ugandese Christine Ndyanabo Koburangyira Kabukoma.


«Un programma delinquenziale a gestione familiare»

A tutti e sei il Gip di Latina Giuseppe Molfese nell’ordinanza ha disposto il divieto per un anno di contrattare con la Pubblica Amministrazione ed esercitare imprese o uffici direttivi. Ma soprattutto, ha ordinato il sequestro di oltre 639 mila euro per la madre e di 13 mila euro circa per la figlia e il fratellastro Rokundo. L’accusa nei confronti della compagna di Soumahoro è “dichiarazione fraudolenta” per evadere il fisco. Secondo il Gip gli accusati farebbero parte di un «collaudato sistema fraudolento», con «elevata spregiudicatezza criminale». Che ha attuato un «programma delinquenziale a gestione familiare». Nell’ordinanza peraltro si ricordano «gli allarmanti accertamenti sulla qualità dei servizi erogati» dalle due coop che si occupavano di accoglienza e integrazione dei migranti. Con significativi appalti pubblici: «Sovrannumero di ospiti, carenti condizioni igieniche, assenza di derattizzazione e deblattizzazione – scrive il magistrato – nonché più genericamente la scarsità delle prestazioni fornite».


I bonifici verso l’estero

Secondo l’ipotesi investigativa degli inquirenti la coop faceva transitare i soldi verso l’estero attraverso bonifici intestati a un’associazione contro la violenza sulle donne. Che sarebbe stata usata come schermo per evadere le tasse. Repubblica riporta oggi che secondo il sostituto procuratore Andrea D’Angeli gli indagati avrebbero evaso per anni le imposte sui redditi e sul valore aggiunto. Inserendo nelle dichiarazioni che vanno dal 2015 al 2019 elementi di passività inesistenti. Attraverso fatture emesse dal Consorzio Aid e dall’associazione Jambo. Che era rappresentata da Mutangana e aveva sede legale a Sezze in provincia di Latina negli stessi locali della Karibu. Il sistema serviva anche a giustificare in sede di rendicontazione la richiesta di finanziamenti allo Sprar per i rifugiati. Imbrogliando così il Viminale e l’Anci.

Una gestione contabile «non trasparente»

Le Fiamme gialle hanno riscontrato «prelevamenti in contanti, bonifici verso l’estero, una difficile rendicontazione delle erogazioni, una gestione contabile non trasparente e distrazioni di denaro per finalità estranee alla gestione dei progetti». Ovvero, spiega il quotidiano, i bonifici diretti alla Karibu RW e a Mutangana. Murekatete si è subito detta, per voce del suo avvocato Lorenzo Borrè, «assolutamente estranea rispetto ai fatti contestati, che peraltro riguardano un presunto danno erariale di 13 mila euro. Siamo certi – ha detto ancora il legale – che a breve, anzi a brevissimo, verrà fatta chiarezza e dimostrata la totale innocenza della mia assistita». Anche il deputato Soumahoro si è detto convinto che la sua compagna è innocente e ha ribadito la sua estraneità ai fatti.

L’informativa della Gdf

Il Corriere della Sera aggiunge che in un’informativa della Guardia di Finanza che risale 2 febbraio scorso si legge che «la Jumbo non risulta avere dipendenti». E non ha presentato il 770 nel 2019. «Ma risulta aver ricevuto dalla Karibu bonifici utilizzati sistematicamente per disporre bonifici anche verso l’estero a vari soggetti», sostengono le fiamme gialle. Tra questi proprio Mutangana e sua moglie Valeria Giglioli. Gli importi «sembrerebbero addirittura strumento per veicolare il trasferimento di denaro da Karibu a Jumbo e da quest’ultima all’estero».

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