Soumahoro, la prefettura di Latina toglie i centri di accoglienza alle coop della suocera

La decisione dell’Ufficio territoriale del governo, secondo il sindacato Uiltucs, riguarda solo gli appalti gestiti dalla prefettura, che solo negli ultimi tre anni aveva finanziato le strutture con oltre 2 milioni di euro

La prefettura di Latina ha annullato l’affidamento dei Centri di accoglienza straordinaria (Cos) finora affidati alla Aid e alla Karibu, il consorzio e la cooperativa che fanno riferimento alla suocera e alla moglie del deputato Aboubakar Soumahoro, per essere affidate ad altri soggetti. Secondo la Uiltucs di Latina, il sindacato che aveva raccolto diverse denunce di migranti ed ex collaboratori delle due organizzazioni coinvolte nell’inchiesta sulla gestione delle coop, la decisione della prefettura riguarda 13 centri gestiti dai famigliari di Soumahoro, cioè quelli direttamente legati all’appalto della stessa prefettura. Come riportato da Repubblica, solo nel 2018 la prefettura di latina aveva dato 640.449 euro al Consorzio Aid, di cui è consigliera la suocera di Soumahoro, Marie Therese Mukamitsindo, per servizi di accoglienza per richiedenti asilo e richiedenti protezione internazionale. Nel 2019 la stessa prefettura aveva concesso 914mila euro, mentre nel 2020 il finanziamento era passato a 640mila euro. Mukamitsindo è per il momento l’unica iscritta nel registro degli indagati dalla procura di Latina per truffa aggravata, false fatturazioni e malversazioni di erogazioni pubbliche. La decisione della prefettura arriva dopo il già duro colpo incassato dalle due coop, dopo che è stata disposta la liquidazione coatta per la Karibu per i troppi debiti e lo scioglimento per Aid per «irregolarità non sanabili», come aveva annunciato due giorni fa il ministro dello Sviluppo economico Adolfo Urso.


L’appello del sindacato

L’Uiltucs di Latina ora spera che i nuovi responsabili dei centri di accoglienza tengano conto degli ex dipendenti delle coop gestite dai famigliari di Soumahoro, nella speranza che vengano reintegrati: «I lavoratori ci chiamano dicendo che i nuovi soggetti affidatari non vogliono assumerli, non riconoscono i lavoratori che sono in quei centri: si sta verificando un ulteriore danno occupazionale. Il prefetto deve convocarci e obbligare i nuovi affidatari affinché continui il lavoro di queste maestranze»


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