La Commissione avverte Meta: «Abuso di posizione dominante con Marketplace». L’azienda: «Accuse prive di fondamento»

Il parere preliminare della Commissione: distorce la concorrenza nei mercati pubblicitari online

Meta, la società che controlla Facebook, Instagram e Whatsapp, torna nel mirino della Commissione europea. L’esecutivo di Bruxelles ha informato l’azienda del suo parere preliminare secondo cui avrebbe violato le norme antitrust dell’Ue distorcendo la concorrenza nei mercati pubblicitari online. Ciò che la Commissione non accetta è il fatto che Meta leghi il suo servizio di annunci, Facebook Marketplace, al suo social network personale. «Ciò significa – si legge in una nota della Commissione – che gli utenti di Facebook hanno automaticamente accesso a Facebook Marketplace, che lo vogliano o meno». Inoltre, la Commissione teme che imponga condizioni commerciali sleali ai concorrenti del servizio di compravendita a proprio vantaggio. E, se venissero confermate, queste pratiche violerebbero l’articolo 102 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Tfue) che norma e vieta l’abuso di posizione dominante. L’altro motivo è che il colosso «impone unilateralmente condizioni commerciali sleali ai servizi di annunci online concorrenti che fanno pubblicità su Facebook o Instagram». Questi termini sono considerati dalla Commissione «ingiustificati, sproporzionati e non necessari per la fornitura di servizi di pubblicità online sulle piattaforme di Meta». Il 4 giugno 2021, la Commissione ha avviato un procedimento formale su un possibile comportamento anticoncorrenziale di Facebook.


La difesa di Meta

A poche ore dall’affondo di Bruxelles è arrivata la risposta dell’azienda tecnologica: «Le affermazioni della Commissione europea sono prive di fondamento. Continueremo a lavorare con le autorità di regolamentazione per dimostrare che l’innovazione dei nostri prodotti è favorevole ai consumatori e alla concorrenza», ha commentato Tim Lamb, responsabile della concorrenza Emea di Meta.


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