‘Ndrangheta, a Milano sequestrati otto campi di padel al nipote del boss

L’imprenditore, secondo l’inchiesta della Dia, sarebbe responsabile di emissione e utilizzo di fatture false e autoriciclaggio

Otto campi da padel del valore di 700mila euro a Milano sono stati sequestrati all’imprenditore Marco Molluso, nipote di Giosofatto e Francesco – condannati entrambi per associazione mafiosa – originari di Platì in provincia di Reggio Calabria ma da anni residenti a Buccinasco. Secondo il gip, Molluso è «gravemente indiziato dei reati di emissione ed utilizzo di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti ed autoriciclaggio». L’uomo era riuscito a ottenere la gestione del bar interno del Centro sportivo sant’Ambrogio, di proprietà del comune e assegnato in concessione ad una società dilettantistica milanese in via De Nicola, e aveva poi finanziato la costruzione dei campi da padel nella struttura. Un investimento redditizio, secondo lo stesso Molluso, che in un’intercettazione ne parla come di un «business infinito sto ca**o di padel, in teoria per i prossimi 8-10 anni è tutto a salire». L’inchiesta della Direzione investigativa antimafia ha radici lontane, frutto degli accertamenti nel 2010 su un’altra persona ascoltata nell’indagine Crimine-Infinito, incentrata sull’infiltrazione delle cosche calabresi in Lombardia. Ora la Dia ha chiesto e ottenuto i domiciliari per Molluso e il sequestro dei campi. Secondo gli inquirenti, l’imprenditore avrebbe messo in piedi una frode fiscale da 1,5 milioni di euro attraverso un giro di fatture false che vede coinvolta un’azienda di cui è titolare. Parte di quei soldi – questa l’ipotesi degli inquirenti – sarebbe poi stata investita per realizzare i campi da padel. La Dia, con il coordinamento dei magistrati Alessandra Dolci e Silvia Bonardi ha effettuato diverse perquisizioni nella struttura sportiva, rilevando anche che sarebbero stati «edificati abusivamente e senza alcuna preventiva autorizzazione da parte dei competenti uffici».


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