Sindacati e Ong contro i decreti del governo. Sea Watch: «Ci vogliono criminalizzare». Sciopero di 32 ore all’ex Ilva

Nella serata del 28 dicembre il consiglio dei Ministri ha approvato il decreto migranti e il decreto sugli impianti di interesse strategico

Non si sono fatte attendere le reazioni al decreto migranti e del decreto sugli impianti di interesse strategico nazionale, approvati dal consiglio dei Ministri nella serata del 28 dicembre. Sul primo aspetto, nel testo presentato da Piantedosi è previsto un nuovo codice di condotta per le navi Ong impegnate nelle operazioni di ricerca e soccorso in mare, con sanzioni fino a 50mila euro e il sequestro della nave. Per quanto riguarda i siti strategici, il ministro Urso ha ottenuto il via libera per l’utilizzo dei 680 milioni già stanziati per l’ex Ilva di Taranto per un aumento di capitale. Il testo interviene anche «sulle norme processuali penali, sulla disciplina dei sequestri e su quella in materia di responsabilità penale».


La reazione di Sea Watch

Sentita da Adnkronos, la ong tedesca Sea Watch denuncia un tentativo di delegittimazione da parte del governo nei confronti del loro operato. «Il nuovo decreto Sicurezza approvato dal Consiglio dei ministri del governo Meloni non è altro che l’ennesimo tentativo di ostacolare e criminalizzare le attività delle navi della società civile – fanno sapere da Sea Watch – ma nessun governo può impedire a una nave di sottrarsi all’obbligo di soccorso e nessuna nave si rifiuterà di accogliere chi chiede aiuto nel Mediterraneo centrale. Rispetteremo il diritto internazionale, come abbiamo sempre fatto». A Taranto, alcune sigle sindacali dell’ex Ilva criticano aspramente le misure contenute nel decreto sui siti strategici, annunciando uno sciopero di 32 ore che andrà avanti dalle 23 di martedì 10 gennaio alle 7 di mattina del 12 gennaio. «Il governo si disinteressa della richiesta di di non erogare nessun ulteriore prestito pubblico in qualunque forma ad Arcelor Mittal senza un preventivo riequilibrio della governance», scrivono in una nota Fiom, Uil e Usb Taranto.


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