Milano, stop ai certificati per «soggetti terzi» in edicole e tabaccherie. Il Comune: «Ci saranno 500 richieste in più al giorno all’Anagrafe»

Nell’ultimo anno dalla piattaforma digitale comunale sono stati scaricati circa 1,5 milioni di certificati, due terzi dei quali «per conto terzi»

A fine ottobre è arrivata la direttiva del ministero dell’Interno e ora, dopo l’allarme lanciato dall’ordine degli avvocati, anche il Comune di Milano accende i riflettori sulle conseguenze dello stop al rilascio digitale – online e presso edicole, tabaccherie o cartolibrerie – di certificati anagrafici per soggetti terzi. «Le conseguenze ricadranno purtroppo su cittadini e cittadine che saranno costretti a recarsi in Anagrafe», spiega l’assessora ai Servizi civici Gaia Romani, «l’impatto sui nostri sportelli è stimato, infatti, in circa 500 utenti in più al giorno». La circolare di fine ottobre chiarisce le modalità di rilascio della certificazione dal sito dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente, sottolineando che è consentito solo al soggetto interessato o a un membro del suo nucleo familiare. I numeri mostrano che dall’inizio del 2022 dalla piattaforma comunale sono stati scaricati circa 1,5 milioni di certificati, due terzi dei quali richiesti da soggetti terzi. Una possibilità che oggi verrebbe a decadere. «Con questa decisione si rischia di tornare indietro anziché andare avanti, riducendo la semplificazione e dilatando i tempi», è l’allarme di Romani. Il Comune si è attivato per garantire almeno le convenzioni stipulate con gli Ordini forensi, che a Milano e provincia hanno scaricato circa 500mila certificati nell’ultimo anno. È stato proprio l’Ordine degli Avvocati di MIlano, insieme a quello di Roma, Napoli e Palermo, a segnalare come la direttiva del ministero «mette a rischio» il servizio che l’Ordine degli Avvocati offre ai propri iscritti per l’accesso telematico alla banca dati dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR) «per esigenze legali e di giustizia». «Il servizio», si legge nella lettera inviata al ministero, «consente un accesso privilegiato per il rilascio di certificati anagrafici in via telematica a favore degli avvocati, i quali, direttamente attraverso il sito istituzionale dell’Ordine, beneficiano della possibilità di interrogare il sistema di certificazione». Secondo l’Ordine, l’interruzione di questa possibilità aumenterebbe le difficoltà del cittadino ad accedere agli uffici del Comune, «appesantiti da migliaia di accessi fisici degli avvocati».


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