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«La campagna di vaccinazione deve proseguire», l’appello di Magrini (Aifa): l’urgenza per fragili con l’incognita Cina

02 Gennaio 2023 - 09:52 Redazione
nicola magrini aifa
nicola magrini aifa
Per il direttore generale dell'Aifa le persone a rischio «dovrebbero fare un richiamo dopo 4-6 mesi dall'ultima vaccinazione o da un contatto col virus»

«Non si vive di sola rendita. La campagna deve proseguire». Il direttore generale dell’Agenzia italiana del Farmaco (Aifa) Nicola Magrini in un’intervista a la Repubblica oggi lancia un appello a vaccinarsi nei confronti dei soggetti fragili, cioè anziani e immunodepressi. Ovvero gli anziani e le persone che hanno problemi di salute e potrebbero essere a rischio della vita se contraessero Covid-19. Fra le persone a rischio per ragioni anagrafiche a fare la quarta dose è stato finora il 43% con più di 80 anni, il 30% della fascia fra i 70 e i 79 e meno del 19% della fascia 60-69. «Decisamente non abbastanza per chi è a rischio», dice Magrini. Anche se spiega che non c’è confronto tra noi e la Cina: «Siamo vaccinati di più e meglio, anche se dalla Cina non arrivano dati affidabili. Però in Italia ci sono buchi importanti nelle fasce sopra ai 60 anni. Alle persone a rischio suggerisco di andarsi a vaccinare in massa. Un richiamo, soprattutto durante l’inverno, è importante».

La pausa di riflessione

Per Magrini le persone a rischio «dovrebbero fare un richiamo dopo 4-6 mesi dall’ultima vaccinazione o da un contatto col virus. Vedo proprio in questi giorni che il messaggio inizia a essere ascoltato. Nell’ultima settimana – osserva – le somministrazioni sono tornate a 200mila, un dato che non vedevamo da tempo. Spero che il mese di gennaio vada ancora meglio». Per Magrini la campagna di vaccinazione è stata in pausa di riflessione «anche politica, per l’insediamento del nuovo governo. Lì, all’inizio della stagione delle infezioni respiratorie, sarebbe stata necessaria una maggiore continuità, una campagna più convinta». Mentre il direttore dell’Aifa spiega anche che se dopo 4-6 mesi la protezione si riduce gradualmente «non si torna a uno stato naif, di totale nudità immunitaria. A proteggere dalla malattia grave c’è anche una memoria immunitaria che dura più di pochi mesi. Non sappiamo esattamente quanto, ma stimiamo che si arrivi a qualche anno».

I vaccini aggiornati

Magrini aggiunge che ormai abbiamo a disposizione solo vaccini aggiornati alle variante Omicron: «Al momento non c’è nessuna nuova variante che superi o ‘buchi’ i vaccini disponibili. In Cina oggi stanno circolando le varianti che erano da noi diversi mesi fa. E come se a causa del lungo lockdown ora stessero vivendo una pandemia ritardata rispetto al resto del mondo. Per individuare un’eventuale nuova variante occorre restare vigili, e dovremmo migliorare la nostra capacità di sequenziamento. L’Italia non ha inizialmente brillato in questo campo, ma un buon sistema sentinella è in atto per capire cosa circola e cosa accade nel mondo».

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