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La metà dei ghiacciai della Terra rischia di sparire entro la fine del secolo «anche se raggiungiamo gli obiettivi ambientali» – Lo studio

05 Gennaio 2023 - 21:22 Redazione
Pubblicato sulla rivista scientifica Science, il documento spiega come circa 104.00 ghiacciai montani e calotte polari morirebbero anche solo con 1,5 gradi Celsius

Quasi la metà di tutti i ghiacciai del mondo tranne le calotte della Groenlandia e dell’Antartide si scioglierà entro la fine del secolo. È quanto stabilisce il nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica Science, osservando il progressivo aumento delle temperature del pianeta. Una previsione drammatica che secondo gli scienziati si realizzerebbe «anche se il mondo raggiungesse il suo più ambizioso obiettivo contro il riscaldamento globale». Parlando di numeri, anche solo con 1,5 gradi Celsius (2,7 gradi Fahrenheit) di riscaldamento rispetto ai livelli preindustriali, circa 104.000 degli oltre 214.000 ghiacciai montani e calotte polari del mondo si scioglierebbero. «L’aumento a 1,5 gradi Celsius oltre le temperature preindustriali è straordinariamente difficile da evitare», spiegano ancora gli scienziati, osservando quindi come un cambiamento totale del panorama dei ghiacciai risulta ormai quasi inevitabile.

Lo studio va avanti ipotizzando cosa succederebbe con un ulteriore incremento della temperatura. «Tre gradi C (5,4 gradi F) di riscaldamento si tradurrebbe in una perdita di oltre il 70% dei ghiacciai globali e circa 5 pollici di innalzamento del livello del mare globale», si legge nel report. «Anche se ci sono molte perdite, vale comunque la pena cercare di evitare qualsiasi riscaldamento possibile». L’obiettivo dunque è puntare allo scenario meno dannoso possibile, posto che dei danni sicuramente ci saranno. «Qualsiasi riduzione dell’aumento della temperatura avrà un impatto sostanziale sull’innalzamento del livello del mare e sulla perdita di ghiacciai a livello globale», spiega proprio in proposito David Rounce, l’autore principale dello studio e ricercatore presso la Carnegie Mellon University e l’Università dell’Alaska Fairbanks.

Dalle Alpi alle Ande sarà una lotta alla sopravvivenza

Lo studio pubblicato rileva che in tutto il mondo il processo di restringimento, fino alla perdita totale inclusa, avrà un impatto particolare su molti dei ghiacciai più piccoli, «con meno di 1 chilometro quadrato (0,39 miglia quadrate) nell’area». Quelli più grandi e le regioni più densamente ghiacciate, nell’Artico e nell’Antartide, saranno invece più resistenti: «Man mano che il secolo avanza e le temperature continuano a salire si scioglieranno contribuendo all’innalzamento del livello del mare ma non necessariamente andranno a scomparire», spiega ancora lo studio. I ghiacciai dell’Alaska appaiono già tra i principali responsabili dell’innalzamento del livello del mare e continueranno nel loro processo di scioglimento. «Ma alcuni sono abbastanza vasti, e in luoghi abbastanza freddi, da resistere anche a 4 gradi C (7,2 gradi F) di riscaldamento». Una forza che non sarà garantita dai molti ghiacciai più piccoli dellle medie latitudini, in regioni che vanno dalle Alpi in Europa , alle Ande peruviane , alle cime dell’Isola del Sud della Nuova Zelanda. «Circa l’80% dei ghiacciai del mondo misurano meno di 1 chilometro quadrato», spiega Rounce. «Quando si pensa ai cambiamenti futuri loro saranno un esempio di lotta alla sopravvivenza».

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