Alzheimer, via libera negli Usa al farmaco Leqembi che potrebbe rallentare la malattia

La Fda ha garantito al farmaco il via libera accelerato e questo significa che le due società produttrici dovranno condurre altri studi. Sarà commercializzato con il nome di Leqembi per un costo di 26.500 dollari all’anno per paziente

Svolta nel trattamento del morbo di Alzheimer. La Food and Drug Administration americana ha autorizzato oggi, 6 gennaio, l’atteso farmaco per l’Alzheimer delle società Eisai e Biogen: il Leqembi (Lecanemab-irmb). A confermare la notizia è stato lo stesso ente governativo statunitense con un comunicato. Negli studi eseguiti – si legge nella nota – il farmaco Leqembi (un anticorpo monoclonale) «ha mostrato risultati promettenti per la cura del morbo, da cui sono affetti circa 6,5 milioni di americani, con un evidente rallentamento della malattia». La Fda ha garantito al farmaco, che costerà 26.500 dollari l’anno a persona (circa 25 mila euro), il via libera accelerato e questo significa che le due società produttrici dovranno condurre altri studi. «La malattia di Alzheimer rende incommensurabilmente incapace la vita di coloro che ne soffrono e ha effetti devastanti sui loro cari», ha affermato Billy Dunn, direttore dell’Office of Neuroscience presso il Center for Drug Evaluation and Research della Fda. «Questa opzione terapeutica – si legge nella nota dell’ente – è l’ultima terapia per mirare e influenzare il processo patologico alla base dell’Alzheimer, invece di trattare solo i sintomi della malattia». 


Cosa succede ora

Come riporta il New York Times, gli studi condotti sul farmaco, somministrato per infusione ogni due settimane, e arrivati alla fase tre, hanno dimostrato che Leqembi è più promettente rispetto ad altri trattamenti disponibili. Tuttavia, scrive il quotidiano americano, diversi esperti che si occupano del morbo di Alzheimer hanno affermato che non è del tutto chiaro se Leqembi possa rallentare il declino cognitivo, abbastanza da essere visibile ai pazienti. Anche in un recente report, pubblicato sul New England Journal of Medicine, gli scienziati della società produttrice del farmaco hanno ribadito la necessità «di studi più lunghi per determinare l’efficacia e la sicurezza del farmaco in caso di Alzheimer precoce». Nel foglietto illustrativo del farmaco – scrive il Nyt – oltre alle raccomandazioni sull’utilizzo di Leqembi solo «prime fasi della malattia», vengono riportati i possibili effetti avversi grave come edema e emorragia celebrale, in particolare per chi utilizza farmaci fluidificanti per il sangue.


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