Torino, detenuto 17enne evade dal cassone dell’avvolgibile: la fuga grazie a un buco sulla finestra

Il ragazzo doveva essere in carcere per rapina, ma era stato sistemato nel vicino centro di accoglienza Ferrante Aporti

È riuscito a scappare da un buco nel cassone dell’avvolgibile della sua stanza un 17enne detenuto nel centro di prima accoglienza Ferrante Aporti di Torino, scomparso da ieri sera 9 gennaio. Il ragazzo originario dell’Egitto si era ricavato il varco sopra la finestra senza che questo fosse visibile agli agenti della penitenziaria, per poi riuscire a raggiungere il parcheggio della struttura e scappare indisturbato. Il ragazzo era stato arrestato per rapina, ma non era stato rinchiuso in un istituto penitenziario per minori, bensì nella vicina struttura del Cpa, che avrebbe misure di sorveglianza meno rigide. Il caso riapre il dibattito sui centri che accolgono detenuti minori, dopo la maxievasione avvenuta al Cesare Beccaria di Milano a Natale. «Da anni denunciamo senza essere ascoltati le carenze strutturali e di organico che si ripercuotono quotidianamente sul personale che opera al Ferrante Aporti», dicono i vertici del sindacato Osapp. Segnali preoccupanti arriverebbero anche da altre strutture per detenuti minorenni, come spiega il segretario generale del Sappe, Donato Capece, che cita le situazioni allarmanti anche a Catania, Casal di Marmo a Roma, Bologna e Airola. Strutture che richiederebbero un cambio nelle politiche di gestione, soprattutto alla luce del «cambiamento della popolazione detenuta minorile – continua Capece – che è sempre più caratterizzata da profili criminali di rilievo già dai 15 e 16 anni».


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