La lite furiosa con l’ex e il sacco nero caricato in macchina: cosa sappiamo sull’omicidio della 23enne Yana Malayko

La ragazza del mantovano è sparita nel nulla da due giorni: gli investigatori hanno sospeso le ricerche mentre il sospettato fa scena muta in carcere

Poche ore fa, nella serata di domenica 22 gennaio, gli investigatori chiamati a cercare il corpo di Yana Malayko hanno deciso di fermarsi. Il corpo non si trova e la sospensione temporanea servirà a capire dove dirigersi per riuscire a recuperare nel più breve tempo possibile la 23enne. Una grossa mano potrebbe darla Dumitru Stratan, 34 anni di origine moldava, ex fidanzato della ragazza e attualmente in carcere a Mantova. Sospettato dell’omicidio della compagna, uccisa forse a coltellate lo scorso venerdì 20 gennaio, non vuole collaborare con i carabinieri e con la procura, continuando a tenere la bocca chiusa su dove potrebbe trovarsi il cadavere dell’ex fidanzata. La speranza degli investigatori era quella di trovare il corpo di Yana Malayko nel laghetto di località Valle, nelle campagne di Castiglione delle Stiviere, al confine con la provincia di Mantova e Brescia. Ma nulla. Per questo le ricerche condotte fino a tarda notte di sabato 21 gennaio con droni, elicotteri e sommozzatori sono state interrotte. Le indagini continuano a concentrarsi sul 34enne ex fidanzato della giovane: gli inquirenti sarebbero convinti che sia proprio lui l’autore dell’omicidio, volontario e premeditato. Ad inchiodare Stratan sarebbero stati i filmati di alcuni telecamere che lo hanno ripreso mentre trasportava verso la sua auto un sacco nero dell’immondizia dove, sempre secondo chi indaga, avrebbe avvolto la ragazza dopo averla uccisa per sbarazzarsi del cadavere. A conferma di quanto ipotizzato e mostrato dai video, ci sarebbero anche i racconti di alcuni testimoni che avrebbero visto l’uomo nei pressi del laghetto dove gli inquirenti hanno finito a cercare.


L’ennesima lite e l’appartamento lasciato a fine relazione

Sulla dinamica del delitto prenderebbe sempre più corpo l’ipotesi che l’omicidio sia avvenuto al termine di un furioso litigio scoppiato a casa della ragazza, l’appartamento sopra il bar dove lavorava e condiviso con la titolare del locale e la sorella del presunto assassino. Rimane però da capire se la casa sia stata lo stesso luogo in cui si è poi consumato il delitto, o se l’assassino abbia accoltellato la 23enne nell’appartamento attiguo, dove prima abitava con lo stesso ex fidanzato e che aveva abbandonato dopo la rottura della relazione. Dettagli che rimangono per ora oscuri, così come il movente: la pista della gelosia dell’uomo nei confronti della ragazza è quella attualmente più battuta dagli inquirenti. Da quanto emerge nelle indagini infine, a dare l’allarme ai carabinieri la sera dell’uccisione sembrerebbe essere stato un familiare di Stratan. È quindi probabile che l’uomo si sia confidato e che abbia spinto il parente a intervenire.


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