L’asilo da incubo a Milano: «Bimbi sbattuti per terra e derisi». Indagata la direttrice e 5 maestre

Per le sei insegnanti il gip ha disposto le misure dell’obbligo quotidiano di presentazione in caserma e l’interdittiva del divieto di esercizio della professione

Schiaffi, strattoni e metodi punitivi. Sono i comportamenti accertati dai carabinieri di Legnano, che hanno eseguito questa mattina, sabato 28 gennaio, un’ordinanza cautelare nei confronti della titolare di un asilo nido a Vanzago, nel Milanese, e di altre cinque maestre. Per le sei insegnanti, accusate di maltrattamenti nei confronti di 17 bambini, il gip ha disposto le misure dell’obbligo quotidiano di presentazione in caserma e l’interdittiva del divieto di esercizio della professione. Le indagini degli investigatori sono nate dalle segnalazioni di alcune studentesse di Rho che, come riporta Repubblica, avevano svolto uno stage nel nido dell’hinterland milanese tra marzo e maggio 2022. Le ragazze, testimoni dei brutali comportamenti, avevano riferito alle proprie docenti di aver assistito a fatti di violenza fisica e verbale ai danni dei bambini che poi il responsabile del plesso scolastico ha riferito ai carabinieri. I presunti metodi coercitivi sono poi stati confermati anche dalla testimonianza dei genitori dei piccoli, e attraverso l’installazione di telecamere nascoste che hanno documentato gli abusi. 


I metodi coercitivi

Tra i metodi coercitivi scoperti dai carabinieri ci sono anche condotte denigratorie verso i piccoli, molti dei quali stavano imparando a camminare e sarebbero stati bersagliati con piccoli oggetti per vederli cadere e quindi deriderli. Non solo. Le 6 educatrici, secondo quanto riportato dalle forze dell’ordine, «urlavano nei confronti dei bambini usando anche espressioni scurrili o li sbattevano per terra per costringerli a stare seduti o li svegliavano mettendoli in piedi sollevandoli bruscamente dai fianchi». Le indagini hanno, inoltre, documentato come i piccoli – anche a causa del sovraffollamento della struttura – venivano messi a dormire nei bagni della struttura o su materassi in salone «talvolta completamente avvolti nelle coperte fin sopra alla testa». Altri piccoli, invece, in preda al pianto venivano ignorati anche per mezz’ora o chiusi nella stanza della nanna fino a quando non smettevano.


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