L’allarme escalation degli 007 sugli anarchici, dove sono le cellule in Italia: dove potranno colpire ancora

Nel mirino della rete anarchica ci sono soprattutto palazzi istituzionali e strutture simboliche, come ripetitori televisivi e della rete mobile

Quelli contro le ambasciate italiane a Berlino e Barcellona rischiano di non essere gli ultimi attacchi dal mondo anarchico. I segnali raccolti finora dagli inquirenti e dall’intelligence italiana porta a pensare che lo scenario di un’escalation nelle prossime settimane sia più che concreto, con il caso Cospito diventato ormai un tema di sicurezza nazionale, secondo quanto riporta Repubblica. Da diversi anni la Federazione anarchica informale (Fai), a cui aveva aderito anche Alfredo Cospito, avrebbe aderito al piano degli anarchici greci della Cospirazione delle cellule di fuoco (Ccf), assieme agli spagnoli, di mettere in piedi una vera e propria rete internazionale. Il Fronte rivoluzionario internazionale si attiverebbe ogni volta per colpire obiettivi man mano indicati dal sottobosco di blog e siti, sull’onda degli slogan che sembrano resistere al tempo come «la dittatura dell’economia… il saccheggio della natura… la religione degli scienziati…». In Italia gli anarchici sotto osservazione per possibili attacchi a carceri o palazzi istituzionali, in primi i ministeri, non sarebbero più di un centinaio. Almeno secondo le analisi di polizia e carabinieri sugli «operativi» pronti a partecipare alle campagne, come quella a sostegno di Cospito, in sciopero della fame da ottobre scorso contro il 41 bis a cui è sottoposto. Una stima numerica precisa non è stata ancora definita. Le «cellule» attive sarebbero una dozzina, ma le forze dell’ordine non arrivano ancora a considerarle come gruppi organizzati. La Fai non ha una struttura verticistica, difficile quindi considerare uno come Cospito un capo in grado di dare ordini e indicazioni d’attacco. Le cellule sarebbero concentrate per lo più in Toscana, Liguria, Piemonte e Milano, con quale apparizione in Campanie e nel Lazio.


I piani d’attacco

A fronte di un movimento così liquido e complesso da inquadrare come un’altra organizzazione criminale-terroristica, sono le informative della polizia a fornire alcuni dettagli su come possa svilupparsi la possibile escalation di attacchi. I gruppi agiscono per esempio con gli incendi, talvolta con attentati dinamitardi. Nel mirino ci sono palazzi istituzionali e con particolare carico simbolico, oltre che le infrastrutture. Solo ieri 28 gennaio, un traliccio è stato incendiato a Torino. Ma a rischio ci sarebbero anche le sedi dell’Agenzia delle Entrate, i commissariati, le auto di car sharing e le banche.


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