Chi ha sparato a Thomas Bricca: quattro ricercati dopo la sparatoria di Alatri

Il 18enne è in coma irreversibile. Il dettaglio del giubbotto di colore chiaro. La lite del week end e la disperazione dei genitori

Il 18enne Thomas Bricca lotta tra la vita e la morte su un letto di ospedale. Un proiettile l’ha colpito alla testa sulla scalinata della piazzetta di via Liberio ad Alatri lunedì alle 20,30. Le indagini si indirizzano su un possibile regolamento di conti tra bande. E sull’ipotesi che il 18enne sia stato colpito per sbaglio. «Sicuramente non era lui il bersaglio», dice il proprietario del bar pizzeria Brio che si trova a pochi metri dal luogo dell’agguato. Il giovane colpito in Largo Cittadini sotto il “Girone” della cittadina in provincia di Frosinone è ricoverato al San Camillo di Roma. La sua attività cerebrale risulta assente. Ma alcuni parametri clinici lasciano la sua vita ancora appesa a un fili. Intanto gli investigatori cercano quattro persone. Si tratterebbe di personaggi noti alla malavita locale che in queste ultime ore hanno fatto perdere le loro tracce. E altre due persone. Che invece avrebbero avuto un ruolo nella fuga. Nelle prossime ore si attendono sviluppi.


Il giubbotto

C’è un dettaglio che ritorna nelle prime ore delle indagini: il giubbotto di colore chiaro che indossava Bricca. La ricostruzione dell’agguato lascia ancora qualche dubbio. Alle 20,30 di lunedì Bricca era in Largo Cittadini in compagnia di due amici 13enni. È uno dei punti di ritrovo dei giovani del posto. Alcuni si appartano in zona per fumare canne. Nel parcheggio arriva uno scooter con a bordo due persone. Subito dopo parte il colpo. Il passeggero scende e ne spara altri due. Poi risale sul motorino e i due scappano. Le immagini delle videocamere riprendono il passaggio del killer e del suo complice. Il parcheggio era semibuio. Tra il presunto obiettivo e gli assassini ci sono ostacoli: un muretto, la scalinata e i corrimano. Per colpire ci vuole una grande mira. Per questo gli investigatori pensano all’ipotesi di alcuni colpi di avvertimento esplosi a scopo intimidatorio. E che potrebbero aver colpito Thomas per errore. Lo scambio sarebbe dovuto proprio al colore del giubbotto che indossava.


Il colpo impossibile che ha raggiunto Thomas

Perché quello che ha raggiunto Bracci sembra un colpo quasi impossibile. Esploso dalla sella di uno scooter posizionato nel parcheggio sottostante. Più basso di circa 5 metri rispetto al piano dove era posizionato Bricca. Vicino a lui c’erano anche quattro persone rimaste illese. Invece, in linea d’aria, tra il luogo dal quale sarebbe partito il proiettile e il giovane ci sarebbero oltre 20 metri. Non solo. Sulla traiettoria di tiro ci sono anche delle ringhiere che i colpi non hanno toccato. Da aggiungere che Thomas era in una zona buia. I carabinieri, in queste ore, stanno setacciando le immagini delle telecamere della zona per individuare la via usata dagli aggressori per la fuga. Viene considerata plausibile dagli investigatori l’ipotesi di un regolamento di conti dopo alcune risse avvenute nei giorni scorsi nel centro.

Il coma irreversibile

Il procuratore Antonio Guerriero segue la pista della guerra tra bande. Negli ultimi tempi il giovane frequentava un gruppo di egiziani e marocchini. Che era contrapposto a un altro di italiani. Nello scorso week end i due gruppi hanno litigato furiosamente. «Ma anche lunedì sera c’è stata rissa», racconta oggi un testimone a La Stampa. Non è escluso che gli autori del gesto siano arrivati da città vicine. Per regolare i conti delle risse nel week end. «L’unica cosa certa è che ci troviamo di fronte a due bande contrapposte. Ma non possiamo escludere che il ragazzo si sia trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Evidentemente si trovava con persone identificate dagli sparatori come un gruppo contrapposto. Che ne facesse parte o no dobbiamo appurarlo», dice Guerriero. Un adulto era coinvolto nelle risse del week end. Sarebbe anche stato “appeso” a una balaustra a un’altezza di tre metri. L’allarme dei presenti ha evitato il peggio.

I genitori

L’agenzia di stampa Ansa racconta che ieri lungo la strada che porta alla piazzetta era parcheggiato un furgone con la bandiera britannica dipinta sul portellone posteriore. È del papà di Thomas, Paolo, ed ha impressa sulla carrozzeria la scritta «Bricca racing», il team sportivo che porta il suo nome. L’uomo, titolare di un’officina in paese, è conosciuto da tutti. Insieme con l’ex moglie, Federica, sono in ospedale pregando che Thomas possa risvegliarsi prima o poi. «Siamo sotto shock», il coro unanime che risuona in paese. Poco dopo l’ora di pranzo nella piazzetta si radunano i ragazzi del liceo classico poco distante. Chiacchierano tra di loro. Qualcuno conosceva Thomas ed è pronto a scommettere che non era lui l’obiettivo. All’istituto chimico biologico Sandro Pertini, la scuola frequentata da Thomas, spunta uno striscione per chiedere giustizia. Un disperato appello che ricorda quello di sei anni fa quando Alatri pianse Emanuele Morganti, massacrato di botte a qualche centinaio di metri da dove è avvenuto l’agguato a Thomas. «Questa città non ha imparato niente», la dura constatazione della sorella, Melissa. «Il sacrificio di mio fratello non è servito a nulla».

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