Giuliano Mignini, il pubblico ministero del caso Meredith Kerscher, è diventato amico di Amanda Knox. Ovvero la ragazza che voleva far condannare insieme a Raffaele Sollecito per omicidio. A raccontarlo è lui stesso nella ristampa del libro sul giallo di Perugia. E lo conferma in un’intervista a La Nazione: l’ha incontrata il 17 giugno scorso nella cittadina umbra. All’appuntamento, in un ristorante alla periferia della città, c’era anche il marito Christopher, «un tipo simpatico». E la bimba nata dalla loro relazione. «È cocchinissima», racconta Mignini. «La donna che ho incontrato ora è una signora di 35 anni che non ha niente a che fare con la ragazza di allora». Si tratta evidentemente di un incontro in occasione della visita in Italia di Amanda Knox. Che vide all’epoca anche Sollecito a Gubbio.
L’incontro: «Non rinnego nulla»
Mignini dice nel colloquio con Erika Pontini che la Knox lo cercava dal 2019: «All’inizio dissi di no. Poi le spiegai che l’avrei vista solo una volta andato in pensione dalla magistratura. Prima non mi sembrava opportuno». E ancora: «Misi le mani avanti con gli intermediari. Dissi che non avrei cambiato una virgola del mio pensiero e della mia impostazione». Infine, l’incontro. «È stato commovente», rivela il magistrato. «Sì, ci siamo abbracciati». Secondo Mignini Knox «aveva bisogno di parlare con l’uomo che l’ha ritenuta colpevole per resettare quel dolore». Nel libro scrive: «È come se, nonostante io fossi il pm, lei sentisse di potersi fidare completamente di me». Anche se la Knox è rimasta convinta dello sbaglio del magistrato. «Mi sono sforzato di far comprendere ad Amanda che il quadro emerso dal processo, al di là delle innegabili anomalie della Cassazione, sia tutt’altro che inquadrabile in errore giudiziario, non sono riuscito a convincerla».
La corrispondenza
Dopo quell’incontro, sostiene Mignini, si è instaurato «un rapporto unico, straordinario». I due si scrivono. Amanda gli manda le foto della bambina. E gli auguri: «Oggi la conosco e mi fido di lei. Come potrei vederla capace di fare qualcosa di male? Ma i processi non si possono fare con i sentimenti». L’unico condannato in via definitiva per l’omicidio Kerscher è Rudy Guede, che nel frattempo è tornato libero. E continua a dire che Knox sa la verità su quella notte. La sorella di Meredith Stephanie ha detto che aspetta ancora dai giudici la verità sulla morte di Amanda. E che ritiene inopportuni gli scatti tra Raffaele ed Amanda.
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