Cdm, approvato tra gli applausi il ddl sull’autonomia differenziata. Calenda: «Presa in giro elettorale»

Il Terzo polo sottolinea come ci vorranno mesi prima che il testo arrivi in parlamento, «fanno di corsa e male perché siamo a una settimana dalle elezioni»

Il Consiglio dei ministri di oggi, 2 febbraio, ha dato il via libera al ddl sull’autonomia differenziata o, come in tanti continuano a chiamarla, autonomia regionale. Il testo, messo a punto dal ministro per gli Affari regionali, il leghista Roberto Calderoli, pare abbia ricevuto gli applausi dei membri dell’esecutivo dopo l’approvazione. Il governo ha fatto sapere che il provvedimento verrà presto sottoposto al parere della Conferenza unificata Stato-Regioni-Città. Quello che lamentano i parlamentari delle opposizioni, Partito democratico in prima linea, è che il confronto con i governatori si sarebbe dovuto sviluppare prima che i componenti dell’esecutivo, a Palazzo Chigi, votassero a favore del testo. «Una misura che divide il Paese, varata scavalcando ogni confronto con Regioni e Parlamento – ha commentato la deputata Chiara Gribaudo -. Una fuga in avanti inaccettabile. Serve un confronto, le Regioni del Sud e quelle a guida Pd chiedano subito la convocazione urgente della Conferenza Stato-Regioni».


Carlo Calenda, senatore e leader del Terzo polo, ha spiegato così l’iniziativa del governo che, dopo tiepidi confronti con i presidenti di Regione avvenuti qualche mese fa, ha deciso di procedere in solitaria verso l’approvazione del ddl. «È l’ennesima presa in giro elettorale di una politica che fa propaganda sull’assetto istituzionale dello Stato. Questa roba arriva in parlamento fra sei mesi. Ma lo approvano di corsa e male la settimana prima delle elezioni regionali». Subito dopo il via libera, Luca Zaia ha dichiarato: «Ne gioverà tutto il Paese, l’ok del Cdm è un gesto di coerenza e rispetto dell’elettorato». Matteo Salvini, prima ancora di uscire da Palazzo Chigi, ha inviato un messaggio a parlamentari e consiglieri regionali del suo partito: «Efficienza, merito, innovazione, lavoro, più diritti per tutti i cittadini in tutta Italia, meno scuse per i politici ladri o incapaci. Autonomia approvata in Consiglio dei ministri, altra promessa mantenuta».


Mariastella Gelmini, ex esponente di spicco del centrodestra, oggi nel Terzo polo, ha pubblicato una nota: «L’entusiasmo della Lega è fuori luogo e certifica soltanto che al partito di Salvini hanno concesso di piantare una bandierina elettorale alla vigilia del voto in Lombardia. Uno spot che non conclude nulla. Affrontare in questo modo l’autonomia significa rinviarla sine die. Anche ammesso che gli alleati assicurino alla Lega una serena navigazione del disegno di legge Calderoli – ha dichiarato l’ex ministra delle Regioni -, di intese con le Regioni non se ne potrà parlare prima di due anni. Il problema per quel che riguarda Azione non è se l’autonomia si debba o non si debba fare, perché noi siamo favorevoli, è prevista dalla Costituzione. Il vero tema è come farla: bisogna farla bene e per questo ci sono due presupposti: uno riguarda le materie e le funzioni che si possono assegnare alle regioni. L’altro riguarda i livelli essenziali delle prestazioni che devono essere garantite uniformemente sul territorio nazionale. Problemi che sono ben lungi dall’essere risolti».

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