Il racconto dell’avvocato di Cospito che l’ha incontrato in carcere: «Sequestrata una sua lettera contro la tortura, gli hanno tolto anche i libri»
Niente libri e niente lettera alle “autorità”, dice il suo avvocato Flavio Rossi Albertini. Insomma, nonostante le condizioni fisiche debilitate, le misure di sicurezza per l’anarchico in sciopero della fame Alfredo Cospito, da pochi giorni trasferito dalla Sardegna ad Opera, stanno aumentando: «È accaduto un fatto molto singolare – spiega il legale all’uscita dal carcere milanese – Alfredo Cospito aveva predisposto uno scritto da inviare alle autorità che possono riceverli per vigilare contro la tortura, contro i trattamenti inumani e degradanti. Questo foglio contenuto in un block notes gli è stato sottratto, trattenuto, sequestrato da parte del nuovo istituto di Opera. Gli hanno, inoltre, sottratto i libri che provenivano dal carcere di Bancali e quindi non ha più niente da leggere e tanto meno da scrivere», dice Rossi Albertini dopo aver incontrato l’anarchico condannato all’ergastolo e sottoposto al regime di carcere duro, da più di 100 giorni in sciopero della fame. Rispetto alle relazioni con gli altri detenuti Alfredo Cospito è in un «gruppo di ‘socialità’ composto da tre persone – spiega ancora il difensore – con grandi problemi di salute e quindi è sostanzialmente da solo, 24 ore su 24 relegato all’interno della cella». Anche le condizioni di salute stanno peggiorando: «È sempre più magro, ha perso 45 chili. La situazione si sta estremamente complicando e si sta andando oltre la soglia critica. È assolutamente determinato ad andare avanti ma è consapevole che ciò porterà a delle conseguenze irreparabili».
In evidenza: Scritte anarchiche a Genova | Ansa
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