Latina, il prof di religione accusato di aver inviato per mesi foto hot ai suoi alunni su Instagram

L’insegnante non presta più servizio nella scuola

Scandalo in una scuola superiore di Latina. Un professore di religione è accusato di aver inviato materiale pornografico ad alcuni suoi alunni e di aver molestato almeno uno di loro in classe. Sul caso la procura ha aperto un’indagine in cui le autorità stanno tentando di ricostruire la vicenda. A denunciare le presunte molestie sono stati gli stessi ragazzi che hanno raccontato come il docente avrebbe agito. Se inizialmente sembrava il tipico insegnante di fiducia, amichevole, comprensivo e scherzoso, a un certo punto sarebbe diventato diverso. In particolare – stando ai racconti degli studenti, riportati da Il Messaggero – avrebbe aperto un profilo Instagram dal quale inviava foto hot agli alunni e creava delle stories visibili solo ad alcuni ragazzi. Gli studenti hanno dichiarato alle autorità che l’insegnante era anche insistente e chiedeva ai giovani alunni di accettare i suoi inviti sui social, dove voleva essere seguito così da poterli inserire nella lista degli “amici più stretti”. Ovvero un opzione del social che permette di creare contenuti visibili per solo 24 ore a determinate persone.


La reazione della scuola

Al momento, gli studenti che hanno riferito di aver ricevuto materiale pornografico sono almeno tre, due ragazzi e una ragazzi, di classi diverse e tra i 15 e i 17 anni. Questi avevano raccontato la vicenda ad altri insegnanti della scuola che hanno – a loro volta – raccontato tutto alla dirigente. «Ci siamo da subito attivati per capire cosa stesse accadendo. Stiamo parlando con le famiglie e da quanto risulta finora i ragazzi mi sembrano tranquilli. Ovvio che andremo a fondo per capire cosa sia veramente accaduto», fa sapere la preside. Stando alle indagini della procura, le molestie andavano avanti da mesi, ma solo negli ultimi giorni sono venute a galla. Da inizio settimana, il prof di religione incriminato non presta più servizio alla scuola.


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