Il Parlamento europeo (spaccato) approva la riforma: stop alle auto inquinanti dal 2035. Ecco cosa cambia

C’è un meccanismo di incentivi che accompagnerà la transizione. Ma Salini (FI/Ppe) denuncia: «A rischio fino a 500mila lavoratori del settore»

Non esattamente un plebiscito, visto che a votare sì alla riforma sono stati 340 eurodeputati, contro 279 contrari e 21 astenuti, ma la riforma che blocca la produzione di auto inquinanti dal 2035 è fatta. Dovrà votarla anche il Consiglio europeo (il risultato appare però scontato) e sarà quindi pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Una rivoluzione sia per i cittadini sia per un settore importantissimo della produzione industriale italiana ed europea che è stata discussa e osteggiata fino all’ultimo. Massimiliano Salini, di Forza Italia/Ppe, ad esempio, è stato tra i più critici: «E’ un grave errore industriale e politico, mette a rischio fino a 500mila lavoratori del settore», ha dichiarato.


Le conseguenze

Ma cosa cambia in concreto con questa riforma? Il Parlamento europeo formalmente non critica i motori a combustione ma i combustibili che vi sono immessi – ed è quindi possibile che questo spiraglio venga sfruttato in futuro – in attesa però dello sviluppo di carburanti alternativi che funzionino bene per i motori tradizionali, dal 2035 si blocca la messa in produzione di questi ultimi. Ci sono delle deroghe, per i piccoli produttori: chi produce meno di mille veicoli all’anno potrà continuare a farlo, chi va da mille a 10mila o da mille a 22mila furgoni avrà tempo fino alla fine del 2035 (e non al 1 gennaio come tutti gli altri). Poi però basta: i veicoli a combustione potranno circolare ed essere rivenduti sul mercato dell’usato ma non potranno esserne prodotti di nuovi. Ci sono degli incentivi per facilitare il passaggio a veicoli elettrici o ibridi, ma molto limitati nel tempo in modo, almeno in teoria, si spingere le industrie ad adeguarsi in tempi rapidi. E ci sono degli obiettivi intermedi, per non arrivare impreparati al 2035: la riduzione delle emissioni dovrà essere al 55% per le autovetture e al 50% per i furgoni entro il 2030. In una fase precedente, i costruttori che vendono un maggior numero di veicoli con emissioni da 0 a 50g CO2/km avranno dei vantaggi, ma che scadono nel 2030. Il relatore Jan Huitema (Renew, NL) ha dichiarato: «Questi obiettivi offriranno chiarezza per l’industria automobilistica e stimoleranno l’innovazione e gli investimenti dei costruttori».


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