Joe Formaggio e l’accusa di molestie alla collega della Lega: «Mi scuso, è stato un gesto mal interpretato»

Il tutto sarebbe accaduto durante una pausa del Consiglio a Palazzo Ferro Fini

Prima un bacio. Poi un tocco inopportuno. Infine la spinta sul divanetto. Di questo la consigliera regionale veneta e leghista Milena Cecchetto accusa Joe Formaggio, stessa carica ma con Fratelli d’Italia. Ieri il coordinatore veneto di FdI Luca De Carlo lo ha sospeso dal partito. Affinché possa difendersi, è stato spiegato. Mentre lei ha raccontato la sua reazione: «Ero pietrificata, incapace di muovermi e parlare. Sto valutando se denunciare. Ho capito qual è la paura, atavica, che coglie molte donne davanti a simili episodi. Per me è stato uno tsunami ma mi riprenderò». Il tutto sarebbe accaduto a Palazzo Ferro Fini durante una pausa del consiglio regionale. Dove i due sono colleghi di maggioranza. «Ci sono due versioni contrastanti, vogliamo che sia fatta chiarezza», ha detto Giovanni Donzelli, responsabile dell’organizzazione di FdI. «Se qualcuno dei nostri si permettesse di molestare una donna, questo sarebbe incompatibile con i valori del partito».


La versione di Joe

Dal canto suo Formaggio respinge tutte le accuse. «Mi scuso se c’è stata qualche incomprensione verbale o un gesto male interpretato», si è limitato a dire. Il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti ha chiesto delucidazioni ai due capigruppo, Enoch Soranzo per FdI e Alberto Villanova per la Lega. Da quest’ultimo ieri è giunta la «solidarietà e il nostro massimo sostegno alla collega. Quanto accaduto ieri non può essere tollerato». La solidarietà a Cecchetto è arrivata anche dalle colleghe di partito e del gruppo consiliare Lega-Liga Veneta: «La Festa della Donna si celebra rispettando il lavoro e la dignità di ogni donna. Soprattutto nei gesti». Intanto Ciambetti ha convocato l’Ufficio di presidenza che esaminerà la vicenda. «Al di là di ogni altra considerazione resta il grave fatto di una consigliera regionale che si è sentita offesa e molestata, vittima, al pari di troppe donne, di comportamenti inammissibili che violano ogni norma etica, le regole della civile convivenza e del reciproco rispetto che sono alla base della nostra comunità. A titolo personale, esprimo la mia vicinanza e solidarietà alla collega».


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